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Dar spazio alle parti più fragili di sé: Ecco come farlo!


Questa newsletter è il diario di viaggio che ho creato per condividere periodicamente contenuti, risorse e retroscena del mio percorso introspettivo e aiutarti a conoscere te stesso ed avere più chiarezza!

Ecco cosa stiamo per vedere insieme:

  • Come trovare un posto nel mondo: Un antidoto al caos.
  • Ascoltare e dar spazio alle parti più fragili di sé: Ecco come farlo!
  • Bisogni e consapevolezza alimentare (per dare al proprio corpo esattamente quello che necessita)
  • Come imparare ad imparare: Il mio metodo per apprendere qualsiasi cosa.
  • 11 Domande per esplorare il proprio mondo interiore.

Sei pronto? Iniziamo!

Come trovare un posto nel mondo (un antidoto al caos)

Se anche tu, come me, lungo il tuo percorso ti sei sentito spesso confuso, avvolto dal dubbio e dell’incertezza e, ci sono stati momenti, in cui ti sei chiesto se il mondo lì fuori avesse posto anche per te, voglio che tu sappia che l'articolo di oggi si rivolge proprio a te!

In questa guida desidero raccontarti diversi aneddoti tratti dal mio percorso, per aiutarti a capire cosa ti rende inconsapevole, in balia dell’ignoto e senza una meta, e permetterti di evitarlo, aiutandoti a trovare un posto nel mondo e permettendoti di capire cosa fare della tua vita.

Prima di addentrarti nella lettura ci tengo ad avvertirti.

Quella che stai per leggere è una guida completa sulla chiarezza e sulla consapevolezza.

Non si tratta soltanto di un semplice articolo di crescita personale ma di una vera e propria analisi completa che sto perseguendo da tempo e che ho deciso di condividere con te.

Si tratta di un post lungo, ma, se ti prenderai il tempo di leggerlo, ti prometto che otterrai molto più valore di quello che trovi in tanti libri motivazionali di auto-aiuto.

Se ti senti pronto fai click qui e leggi l'articolo che ho realizzato per aiutarti a conoscere te stesso!

Diario di viaggio introspettivo | "Diamo inizio della fase due”

Lo so, sembra il nome di un nuova parte del piano della Casa di Carta ahaha ma non è così.

Quello che stai per leggere è il sunto delle consapevolezze che ho tratto dopo le ultime 8 sedute con lo psicologo e l'inizio, appunto, della fase due.

Quando sei immerso nel tragitto non possiedi la consapevolezza per scorgere dove il percorso ti ha condotto, puoi solo lasciarti guidare e cogliere quello che il tuo punto di vista ti consente di percepire.

Alla fine però alzi lo sguardo e attraverso una percezione più ampia cogli cose che prima non avevi la capacità di percepire.

Dal mio attuale punto di vista riesco a vedere i tre grandi aspetti che caratterizzano la mia vita che ho trattato con lo psicologo.

  1. Ferite
  2. Solitudine
  3. Insicurezza

1 | Ferite

Arrivo puntuale e alle 10 del mattino entro in quella stanza.

Solita poltrona, solito posto, solito rituale.

Parlo, lascio fluire ed in modo propositivo colgo le ferite che mi hanno condizionato e mi hanno reso ciò che sono oggi.

Le percepisco, le colgo e le navigo con estrema chiarezza. Attraverso un'analisi molto razionale delineo le logiche di causa-effetto che permettono loro di influenzare la mia vita.

2 | Solitudine

Il bisogno di connessione è una delle cose che mi rende più umano e che ho colto sempre di più adagiandomi in quella poltrona.

Durante una seduta ho iniziato ad interrogarmi sui motivi per cui sento il bisogno di essere cercato dalle altre persone.

La mia risposta è stata che il coinvolgimento è una forma di amore.

Lasciare emergere questi aspetti mi ha portato a vedere dei lati di me che non pensavo esistessero.

Con la mia famiglia ho sempre avuto un atteggiamento freddo e distaccato, volendomi mostrare a tutti i costi duro, forte e capace (insicurezze dovuto al fatto che non mi sono sentito abbastanza evidentemente).

Questo atteggiamento mi ha portato ad allontanarmi e disconnettermi da questa mia parte.

Attraverso la terapia però ho potuto dargli nuovamente spazio, farla riemergere e connettermi con me stesso.

3 | Insicurezze

Le mie sedute iniziavano sempre più o meno così.

“Questa settimana è andata molto bene. Ho meditato parecchio. Sono emerse alcune lacune ma sono riuscito ad osservarle ed evitare che influenzassero la mia vita. Sono riuscito a vivere con serenità nonostante gli alti e bassi e provo molta gratitudine per l'accaduto.”

Mostravo completamente il mio lato intellettuale e di analisi, quasi tralasciando il mio lato emotivo.

Era come se entrassi e mostrassi allo psicologo quanto fossi bravo, capace e intraprendente.

Perché?

Questo è successo poiché:

  1. Ho sviluppato molta auto-consapevolezza e quindi mi riesce naturale.
  2. Fatico a mostrare il mio lato debole quanto vorrei, a causa di alcune insicurezze che devo ancora colmare.

Quest'ultima consapevolezza acquisita segna l'inizio della fase due.

Che cos'è la fase due?

La fase due è il completo abbandono al mio lato emotivo.

Quello che farò d'ora in avanti sarà lasciar fluire i rubinetti emotivi, permettermi di sentire, dire per lo più come mi sento (dallo psicologo, a casa, a lavoro, con gli amici, ecc..) invece di intellettualizzare tutto.

Il lavoro intellettuale svolgerà comunque una parte fondamentale, ma quando sarò da solo davanti al mio diario introspettivo la sera, non durante la giornata mentre incontro la realtà.

Desidero fare questo per lasciar spazio a delle parti di me che continuo a frenare per paura di sentirmi fragile.

Voglio conciliare con amore le parti più sensibili di me e, per questo, le farò uscire con totale onestà, piangendo se lo riterrò necessario, dicendo ad alta voce che alcune cose mi feriscono, dicendo ai miei genitori che se non si prendono cura della propria salute e continuano ad ignorare i bisogni del proprio corpo (anche se, come dicono loro, hanno 50 anni e hanno già vissuto la loro vita) la cosa mi fa sentire triste.

Farò tutto questo e il 31 dicembre ti racconterò com'è andata.

Intanto spero che queste parole ti risuonino e ti ispirino a dar spazio alle parti più fragili di te con amore, ascolto e accettazione.

Accetta di non essere invincibile, sei un essere umano meraviglioso anche da fragile.

Bisogni e consapevolezza alimentare

Sono a Firenze a pranzo da Brac, un posto che fa caffè e piatti vegetariani-vegani in un'ariosa libreria d'arte contemporanea con cortile interno e pianoforte.

L'atmosfera, già a descriverla così, è niente male vero?

Si confermo!

Sono lì con una ragazza che volevo incontrare da tempo e che ho conosciuto sul web grazie al mio progetto di divulgazione.

Lei è, tra le tante cose, una naturopata (non amo definire le persone in base al loro lavoro/ titolo di studi o altro).

Passo il pomeriggio insieme a lei e parliamo un sacco. Mi apre al mondo della naturopatia, dei cristalli e di tante cose che non ho ancora avuto il piacere di esplorare.

È una conversazione stimolante che mi fa capire quante cose sto ignorando.

Amo le conversazioni così, che ti lasciano più quesiti che risposte.

È stupendo perchè *ogni volta che acquisisci conoscenza, essa porta con sé più domande che risposte e quindi è come trovarsi in un vortice di dubbi e consapevolezze.*

Tra le tante cose parliamo anche di alimentazione.

Lei è vegana ed io sono circa due anni che provo a costruire i miei punti di vista sull'alimentazione, per diventarne un po' più consapevole e capire esattamente cosa dare da mangiare al mio corpo in base alle sue necessità.

Mi dona diversi input e mi invita a seguire Silvia Goggi: Un medico esperto in scienze dell'alimentazione.

È esattamente quello che ho fatto nei giorni successivi, seguendo proprio il corso di Silvia sull'alimentazione vegana.

Nelle righe che seguono voglio condividere con te cosa ho imparato su me stesso e perchè mi sento di consigliartelo (indipendentemente dal fatto che tu voglia diventare vegano o meno).

Silvia è molto competente ed io la trovo adorabile perché unisce un forte senso dell'etica alla divulgazione che porta sul web.

Queste sono persone dalla quale mi faccio ispirare quotidianamente. Provo gratitudine.

Ecco cosa ho imparato grazie al suo corso:

1 | Distinguere il cibo dal macro-nutriente

Non ragiono più in base a quello che mangio ma a quello che mi da.

Non penso alla pizza, al formaggio o alla carne. Penso in ottica di carboidrati, proteine e fibre. In questo modo so cosa sto ingerendo, cosa devo mangiare e di cosa ho bisogno, in base agli effetti che può avere sul mio organismo e sulla mia performance di allenamento.

2 | Tutto quello di cui ho bisogno in base al mio fabbisogno

Ho una checklist che con totale semplicità mi aiuta a seguire un metodo semplice e pratico per capire cosa mangiare e quando.

Il suo corso, come dice Silvia, ti aiuta a diventare nutrizionista consapevole di te stesso, una cosa che desideravo da tempo!

3 | Alternative consapevoli

Se mi segui da un po' saprai che odio le etichette, perciò non sono diventato "vegano" anche se il 99% di quello che mangio è plant based.

Perchè dico questo?

Perché vedo troppo spesso persone che cadono negli eccessi, mentre io credo nel valore del buon senso e della moderazione.

Se mi capiterà di essere in viaggio, da qualche parte in giro per il mondo e la mia sola alternativa sarebbe quella di mangiare carne, pesce, uova o latticini, oppure rimanere a digiuno mangerei quegli alimenti, perchè non mangiandoli il mio organismo ne risentirebbe.

Se stai morendo di fame vanno bene anche le merendine al discount, ma la consapevolezza fa tutta la differenza del mondo e, in ogni cosa, penso sia questo il giusto approccio da tenere.

Ci tengo a parlare di questa tematica, poiché ho sempre cercato una metodologia per portare attenzione alle cose che mangio, diventare più consapevole di me stesso e capire cosa mangiare in funzione dei miei bisogni.

Grazie a Silvia e al suo corso sono riuscito in questo intento.

Se desideri anche tu conoscere te stesso e portare più consapevolezza alla tua alimentazione ti consiglio il suo corso.

Come imparare qualsiasi cosa: Il mio metodo

Troppo spesso la crescita personale rischia di diventare intangibile e sembrare un cumulo di supercazzole astratte e poco applicabili.

L’indipendenza intellettuale, lavorativa e di vita viene conquistata day by day attraverso delle scelte, delle azioni e delle abitudini virtuose.

Quali?

Te ne parlo periodicamente in questa parte dedicata alla vision, alle ambizioni e al dietro le quinte della mia vita.

Oggi parliamo di apprendimento!

Mesi fa ho ricevuto questo messaggio:

Salvatore Olivieri testimonianze e opinioni

Secondo un recente studio che ho avuto modo di approfondire durante le mie letture, una delle skill (delle competenze) del futuro è proprio l'abilità di saper imparare in modo efficace e immagazzinare le informazioni nel migliore dei modi.

Perché?

Beh perchè tutto va più veloce. Il mondo del lavoro si evolve molto in fretta ed è richiesta, in noi giovani più tra tutti, la capacità di adattarsi molto velocemente.

Ne parlavo anche in questo video dedicato proprio al percorso che dovremmo intraprendere una volta finita la scuola.

Ma come possiamo imparare ad imparare?

Nelle righe che seguono ti consegnerò la risposta a questa domanda e la articolerò in 3 punti.

  1. Organizzazione delle informazioni
  2. Principi immutabili
  3. Le discipline olistiche

Per ognuno di questi punti ti darò degli strumenti pratici e ti racconterò come applico questi step per imparare qualsiasi cosa.

Partiamo.

1 | Organizzazione delle informazioni

In questo momento sto studiando la programmazione web (un'altra tra le più importanti skill del futuro).

La prima cosa che ho fatto per iniziare a studiarla è stato chiedermi come poter applicarla nella mia vita.

Questo quesito è molto importante poiché filtra le informazioni in entrata per un output (obiettivo) specifico.

Ogni disciplina è un mondo a sé, ed è importante approcciarsi ad essa servendoci del principio di rilevanza, ovvero assimilando soltanto ciò che è rilevante per noi e per il nostro scopo.

Questo è uno dei motivi per cui ho scelto di non seguire un tipo di percorso di studi convenzionale.

Non credo nei percorsi standardizzati che non si evolvono da anni e non considerano la rapida evoluzione del mercato e le nostre esigenze specifiche.

Credo invece nel valore della cultura, nell'apprendimento continuo e nella capacità di mettere in discussione le informazioni ed assimilarle in funzione di uno scopo ben preciso.

Dopo aver filtrato le informazioni inizio a spezzettarle ed organizzarle in apposite "scatole".

Quindi sempre parlando di web development:

Il mio obiettivo è quello di aggiornare il mio sito web ed evolverlo seguendo questo concept.

Ho bisogno per lo più di informazioni da front-end web developer.

Che competenze ha un front end web developer?

Ho bisogno di imparare Html, CSS e Javascript + alcuni framework specifici.

Inizio a cercare le persone che hanno ottenuto gli stessi risultati che ho ottenuto io e destrutturo il modo in cui lo hanno fatto.

Cerco video, informazioni e scompongo il percorso che mi attende per sviluppare quel tipo di conoscenza

Ecco che, a quel punto, inizio ad organizzare le informazioni in questo modo:

Il metodo di Salvatore Olivieri per imparare ad imparare

Così facendo riesco a collocarle in dei punti appositi della mia mente, organizzarle e catalogarle al fine di attingervi quando ne ho bisogno.

2 | Principi immutabili

Scendiamo più nel dettaglio.

Quando costruisco punti di vista, competenze e sviluppo conoscenza ho programmato la mia mente affinché vada alla ricerca di principi immutabili.

Perché?

Beh vedila in questo modo, ogni disciplina e settore ha dei capisaldi, delle fondamenta e dei punti di partenza dalla quale è fondamentale partire per imparare e costruire le basi dove poi andrai ad aggiungere ulteriori informazioni.

Facciamo una similitudine e paragoniamo la conoscenza ad un albero.

I principi sono le radici. Le informazioni più importanti il tronco e i dettagli sono i rami.

Approcciarti al tuo processo di apprendimento in questo modo, ti sarà estremamente di aiuto poiché utilizzerai una metodologia pratica e ben collaudata per costruire a poco a poco il tuo albero della conoscenza nel migliore dei modi.

3 | Le discipline olistiche

"Si chiamava Konstantin Pavlovich Buteyko, e passò la giovinezza a esaminare il mondo intorno a lui. Giunse a vedere il mondo come un meccanismo, e tutto ciò che stava al suo interno come una collezione di parti che si incastrano insieme per formare un grande tutto."

Ecco il punto di vista che adopero per concepire la realtà intorno a me.

Il nostro modo di studiare è tramite discipline singole, ma in verità, la realtà è costituita da un grande tutto da decodificare nella sua interezza.

Ora, non ti sto dicendo di creare un calderone di cose diverse tra loro da studiare contemporaneamente, sarebbe la ricetta per l'insuccesso e l'insoddisfazione.

Quello che ti sto dicendo è di approcciarti alle singole discipline con focus e dedizione ma, allo stesso tempo, di ricordarti dell'interezza delle cose, valorizzando un punto di vista olistico della realtà.

In questo modo unirai i singoli alberi della conoscenza per creare una tua personale foresta dell'intelletto dove esistono tutti i tuoi punti di vista della realtà.

Le informazioni saranno inserite in appositi contenitori.

A poco a poco comprenderai i principi delle singole discipline e con il tempo i vari principi si uniranno e creeranno una consapevolezza olistica del mondo intorno a te.

Da diversi anni a questa parte io sto facendo esattamente questo e voglio continuare a fare sempre.

11 Domande per esplorare il proprio mondo interiore

Voglio chiudere questo episodio con delle domande (strano ahaha).

Tra circa 30 giorni saluteremo il 2021.

Per lasciarti vivere al meglio gli ultimi momenti di questo anno fatto di speranze e imprevedibilità, voglio donarti i quesiti che utilizzo per esplorare il mio mondo interiore.

Li utilizzo prima di meditare.

Quando voglio parlare con me stesso.

Quando voglio sentire cosa ha da dirmi la parte più profonda di me.

Spero possano accompagnarti verso una maggiore consapevolezza di te stesso.

Ecco i quesiti:

Cosa sta accadendo adesso dentro di me?

Cosa sento? Quali emozioni mi stanno facendo visita?

La mente sta creando separazione, giudizio o attaccamento? In che modo?

Sto esercitando controllo? Come mai lo sto facendo? Quali bisogni ho?

In questo momento della mia vita quale tipo di mancanza sto cercando di colmare con i miei eccessi?

Sto osservando la situazione con cura o sto proiettando quello che provo nella situazione stessa?

Cosa sento più profondamente di esplorare in questo momento della mia vita?

A presto.

Salvatore.