Eliminare le influenze dell’ego e riflettere sull’essenziale
Tieniti forte perché questo episodio è davvero pieno di valore.
Si tratta di una puntata abbastanza speciale per me.
Come sempre sarò entusiasta se ti prenderai 10 minuti per leggerla.
Ecco cosa sto per condividere con te:
- Una guida completa di 6678 parole su come eliminare le influenze dell’ego dalla propria vita
- Un identikit dettagliato delle mie cicatrici emotive (ovviamente vedremo come le ho analizzate e come puoi farlo anche tu)
- Lezione di meraviglia e fioritura personale estratte da una delle mie ultime letture
- In che modo sto forgiando un intelletto libero, consapevole e pensante (+ strategie pratiche che puoi utilizzare anche tu)
- Un insegnamento sull’essenziale (capirai cosa intendo nel quinto ed ultimo punto)
L’episodio è diviso sempre nelle solite 5 parti, perciò partiamo subito dalla prima!
Come eliminare le influenze dell’ego dalla propria vita
Il weekend scorso mi sono ritagliato del tempo per scrivere un articolo sui condizionamenti dell’ego nella nostra vita.
Volevo dar vita ad un post senza precedenti, che creasse maggior consapevolezza e cambiamento possibile.
Quello che ne è uscito è stata una vera e propria guida definitiva sull’ego.
Ecco cosa troverai al suo interno:
- Un’attenta analisi dell’ego: daremo una forma e un volto a questa forza invisibile che influenza la nostra vita.
- Impareremo a riconoscere pensieri e azioni fondati sulle logiche dell’ego.
- Condividerò con te 3 strumenti pratici che sto utilizzando per eliminare le sue influenze dalla mia vita.
- Vedremo i tre stadi della vita in cui l’ego manipola le nostre scelte e alcuni grandi insegnamenti che ne ho tratto.
- Esploreremo 5 lezioni da Naval Ravikant per una vita senza condizionamenti dell’ego
- Ed infine alcune risorse e strumenti pratici per coltivare semplicità, leggerezza e zittire l’ego
L’ho mandata qualche giorno fa (in anteprima) ad alcuni di voi iscritti, che hanno risposto alle mie storie su Instagram.
Questo è stato uno dei primi feedback che ho ricevuto:
Se anche tu desideri leggerla sappi che è disponibile gratuitamente QUI.
Te lo dico in anticipo: si tratta di un articolo davvero lungo.
Ma ti prometto una cosa.
Se ti prenderai il tempo per leggero, otterrai molto più valore di quello che trovi in tanti libri e corsi motivazionali di auto aiuto.
Ora passiamo al prossimo punto e vediamo insieme una dettagliata analisi delle mie cicatrici emotive: Capirai esattamente come le ho analizzate e come puoi farlo anche tu!
Identikit cicatrici emotive
Come ho annunciato nello scorso episodio della newsletter sto per iniziare un percorso con uno psicologo.
Svolgo quotidianamente auto-analisi su me stesso.
L’introspezione è una droga per me.
Trasformare il caos in ordine e una mia peculiarità, ma desidero accelerare e migliorare ulteriormente questo processo.
Per questo motivo ho deciso di affidarmi ad una figura professionale che mi aiuti a migliorare sempre di più.
In occasione dell’inizio di questo percorso di indagine interiore, ho creato un identikit di tutte le cicatrici emozionali che sento di avere in questo momento.
Sto per condividerle con te qui di seguito, spiegandoti anche in che modo le ho identificate (e come puoi farlo anche tu).
Iniziamo dalla prima.
1 | Paura di essere abbandonato, rimpiazzato e sostituito
Probabilmente sono vittima di questo tipo di ferita da anni.
Mi sono accorto delle sue influenze perchè, ogni volta che analizzo le relazioni, le immagino come qualcosa che non può durare ed è quindi inutile dedicarvi tempo.
Emotivamente mi capita spesso di pensare: “Tanto inevitabilmente, verrò abbandonato, rimpiazzato e sostituito.. che senso ha provarci?”.
Razionalmente però sono fortemente in disaccordo con questo punto di vista.
Uso parole come “inevitabilmente”, “che senso ha tanto é così punto e basta”.
È un punto di vista che scredita la mia forza creatrice, mi deresponsabilizza ed esclude la possibilità che io possa fare la differenza.
Si evince subito che c’è un piccolo Salvatore ferito dietro a pensieri di questo tipo.
Questa prospettiva emotiva collide con la prospettiva razionale che ha come grande valore e credenza il senso di responsabilità.
Dove ci sono incongruenze e incoerenze interiori, c’è un animo ferito che usa dei sotterfugi per evitare di trovarsi in questo tipo di situazioni.
Ognuno di noi ha un proprio sistema operativo inconscio e indecifrabile che guida inconsapevolmente il nostro comportamento.
Tutte queste deduzioni nascono proprio analizzando il mio modo di agire e cercando di capire quale tipo di paradigma le guida.
È MOOLTO complicato (ma estremamente figoo).
Sto affrontando questo tipo di ferita imparando a dare amore incondizionatamente a me stesso e al prossimo.
C’è una frase in particolare dalla quale mi sto facendo influenzare positivamente:
“Nessuno è realmente cattivo, nessuno c’è l’ha con te, nessuno vuole realmente giudicarti, sono tutti soltanto terribilmente spaventati”
L’ho scritta l’altro giorno e la sto utilizzando per riprogrammare le mie convinzioni e cambiare paradigma.
Ti aggiornerò nel tempo, per vedere come cambieranno le cose, intanto se vuoi cercare di capire anche tu cosa si cela sotto la superficie del tuo comportamento fai caso al linguaggio, alle parole che usi per raccontare la realtà.
2 | Rabbia e odio incontrollato nei confronti dei miei genitori
È brutto anche solo pensarlo e scriverlo diventa quasi disdicevole, ma è così.
La mia famiglia mi ha dato tutto.
Amore, protezione, ascolto, opportunità.
Mi sento un ingrato e in colpa con me stesso eppure è così..
Scriverlo qui e soprattutto vivere e restare a stretto contatto con questo stato d’animo durante la meditazione, mi aiuta a praticare molta accettazione.
Esiste dentro di me una rabbia interiore inespressa che mi perseguita da tempo.
Questa settimana in particolare ho avuto dei dialoghi interiori di odio.
Rabbia incontrollata che sale, che cresce ed è pronto ad esplodere.
Mi è capitato di serrare i pugni e digrignare i denti mentre ero a lavoro immerso in questo stato d’animo.
Si, hai capito bene, tutto è avvenuto solo e soltanto nella mia mente, eppure mi ha letteralmente rapito facendo vacillare la mia quiete (e non poco).
Il più delle volte, a causa di ciò che pensiamo essere giusto o sbagliato, tendiamo a reprimere questi d’animo.
Come dicevo prima mi sentivo in colpa per aver provato quelle cose, e così ho pensato “no questo è sbagliato, non dovrei provarlo”.
Ma la verità è che è totalmente falso.
Come insegna Carl Jung, le nostre ombre sono puro potenziale inespresso che ha il bisogno e la necessità di essere conciliato con le varie parti di noi.
Su questo aspetto penso di avere davvero tanto lavoro da fare.
Continuerò a condividere tutto quello che imparo grazie ai libri che sto leggendo e grazie allo psicologo.
Attualmente per migliorare la situazione…
(ero tentato di scrivere risolvere, ma non c’è nulla da risolvere. La situazione è semplicemente quello che è. Sto scegliendo semplicemente di seguire la via della paura e dell’animo ferito, invece che la via dell’amore, ma non c’è nulla di sbagliato. La domanda chiave da porsi è: “Agirei così se vivessi con amore?” ovviamente no per questo voglio migliorare la situazione e non risolverla)
….sto approfondendo la tematica del perdono, e studiando tanto il punto di vista psicologico che collega i problemi interiori che si tramandano di generazione in generazione.
Vedremo dove mi condurrà questo studio.
3 | Logica della performance e ansia di fare, crescere e ottenere di più
Questo é il mio grande tallone di Achille.
Sento spesso il peso dell’infelicità.
Per essere felice devo produrre, fare e ottenere di più altrimenti mi sento un fallito, inutile e in colpa con me stesso.
Questa condizione viene descritta accuratamente bene nel libro di Andrea colamedici e Maura Gancitano (fondatori del progetto Tlon).
Come ho scritto nella guida sull’ego, si tratta di un aspetto legato all’impazienza.
Vogliamo arrivare in cima il più velocemente possibile, non abbiamo la pazienza di aspettare. Siamo inebriati dall’idea di salire di rango, di fare e di ottenere sempre di più.
Su questo fronte sto lavorando tantissimo adoperando tutto quello di cui ho parlato nella guida sull’ego di cui ti ho parlato nella prima parte di questo episodio.
Se desideri saperne di più ti invito a leggerla (può davvero aiutarti).
4 | Non accettazione
Questo quarto ed ultimo aspetto è correlato sempre alle relazioni.
Ho notato che non riesco a lasciarmi andare e costruire relazioni facilmente perché mi pesa che il mio partner possa essere a contatto con dei lati di me che non accetto nemmeno io.
Su questo aspetto sto lavorando molto meditando, ascoltandomi e accettando tutto quello che sento.
Sembra banale o magari ti aspettavi qualcosa di più ma sono qui solo e soltanto per offrirti la verità e mostrarmi per quello che sono.
La pace è il frutto della convivenza con il caos.
Sebbene io sia sereno e spensierato la maggior parte del tempo, ho ancora questi 4 aspetti (ed altri che non ho ancora non ho avuto la consapevolezza di percepire) da conciliare e migliorare.
Continuerò a lavorarci e condividere il mio intero viaggio.
Spero possa esserti di aiuto, mostrandoti che non sei da solo, siamo tutti uguali in questo viaggio chiamato vita.
Siamo tutti feriti, spaventati, soli.
Spero tu riesca a trovare appartenenza nelle mie parole e riuscire a guardarti dentro per ciò che sei realmente, senza fronzoli e sotterfugi, solo così potrai realmente migliorare.
Lezione di meraviglia e fioritura personale
Negli ultimi giorni ho iniziato a leggere il nuovo libro di Maura Gancitano e Andrea Colamedici. (quelli che ho citato prima: esatto i fondatori di Tlon)
Tlon è un progetto divulgativo e filosofico che ha come obiettivo quello di valorizzare il libero pensiero, aiutando le persone nel proprio percorso di fioritura personale.
Il 28 gennaio è uscito “Prendila con filosofia” la loro nuova opera.
Si tratta del primo manuale che racconta, ispirandosi alla filosofia antica e usando esercizi pratici, come perseguire la via della fioritura personale.
Maura e Andrea sono dei ragazzi troppo forti!
Io imparo un sacco da loro e mi sento davvero di consigliarli.
Se ancora non li conosci e non hai voglia di seguirli magari te ne convincerai dopo aver letto questo breve estratto del loro ultimo libro:
“Iniziamo con un esercizio semplicissimo: accorgersi. Accorgiti di stare leggendo. Accorgiti ora che stai passando lo sguardo su una serie di segni scuri disposti in file orizzontali su un fondo chiaro. Accorgiti che qualcosa accade. Leggere non è un’attività banale, eppure la diamo sempre per scontato. È un atto misterioso che compiamo con il pilota automatico: leggere significa decodificare. C’è un codice fatto di simboli a cui collettivamente diamo significato e che decifriamo ogni volta.”
Queste parole sono stupende.
Esprimono un principio che mi ripeto spesso, ma che talvolta faccio fatica a vivere.
La bellezza della meraviglia, dello stupore e di vedere le cose sempre con occhi diversi.
Coltivare la meraviglia è l’essenza della filosofia e Maura ed Andrea sono i migliori per aiutarci in questo!
Grazie di cuore ragazzi, mi avete donato molto.
Coltivare un intelletto libero, consapevole e pensante
Negli ultimi giorni sto leggendo davvero tanto.
Sto approfondendo tutte le tematiche che ho citato poco più sù ed ho iniziato a leggere anche dei romanzi.
Ho sempre dato priorità alla lettura di manuali e saggistica, trascurando capolavori di narrativa come Harry Potter e Moby Dick.
In questo periodo ho finalmente trovato il tempo per aggiungerli alle mie letture.
Devi sapere però che non è la sola cosa che ho fatto.
Vedi troppo spesso durante il mio percorso mi sono ispirato a grandi pensatori chiedendomi cosa ha permesso loro di forgiare un intelletto così illuminante.
Quello che però ho sempre trascurato è la domanda complementare, ovvero:
“Cosa non gli ha permesso di farcela?”
Questa domanda, apparentemente banale, in realtà, ribalta completamente le regole del gioco.
Come dice anche Naval Ravikant:
“Non mi impegno per fare sempre la scelta giusta, ma cerco, quantomeno, di non fare la scelta sbagliata.”
Ragionare in modo complementare aiuta davvero tanto.
Per questo ho iniziato a chiedermi quali sono state tutte le cose che i grandi pensatori hanno cercato di NON fare.
Secondo la mia personale analisi ho identificato tre cose:
- Consumare informazioni scadenti
- Giudicare, criticare e lamentarsi
- Vivere seguendo l’ego e l’approvazione sociale
Proprio come Naval Ravikant non mi sto impegnando per essere perfetto, al contrario sto cercando quantomeno di non fare queste 3 cose qui.
E non è tutto, ecco altre due strategie:
1 | Ho preso un kindle
Prima leggevo sempre sul cellulare.
Per usarlo meno e tutelare la mia vista ho investito in uno strumento di questo tipo.
Risultato: il mio sonno, la mia concentrazione e la mia vista stanno decisamente meglio!
2 | Ho eliminato i social network (si anche instagram):
Sempre citando Naval Ravikant (è la persona più citata del mio blog ahaha):
“La dopamina a buon mercato è il demonio del 21º secolo”
I social network sono il mercato della dopamina pura.
Al suo interno circolare troppa disinformazione, odio, conflitto, invidia.
È lo schifo più totale.
Ho provato davvero ad utilizzarli in modo virtuoso seguendo solo e soltanto contenuti formativi.
Mi sono convinto per mesi di essere in grado di utilizzare questo tipo di ecosistema in modo consapevole.
Ma la verità è che erano i social ad usare me e manipolare quello che pensavo e sentivo.
Diventiamo ciò che consumiamo ed io non ho più intenzione di adoperarlo.
D’ora in avanti quando sarà necessario scaricherò l’applicazione, pubblicherò il contenuto che desidero ed eliminerò di nuovo subito l’app.
l’obiettivo è quello di essere più presente, avere più concentrazione, meno ansia, meno “dopamina a buon mercato”, evitare perdite di tempo scrollando il feed quando sto male per qualcosa e meno accesso a fonti di informazioni scadenti che non mi arricchiscono, ma al contrario mi depotenziano.
Sto volutamente investendo nella creazione di un ecosistema come il blog e la newsletter per uscire dalle piattaforme social e usarle il meno possibile.
Sto ricevendo diversi feedback e sono davvero grato di questo.
Riconsiderare l’essenziale
I pensieri che stai per leggere sono stati concepiti il 24 gennaio 2021 nel mio diario personale.
“Ho salutato la mamma prima di andare a letto.Ho il suo sorriso indelebile nella mente.
*È dura crescere.*
Vieni coccolato e cresciuto in un ecosistema così confortevole che è dura lasciare il nido.
*La fragilità spaventa.*
*Conflitti, incomprensioni, questa consapevolezza alleggerisce ogni cosa. Che importanza potrà mai avere una discussione di fronte all’amore infinito? Un briciolo di niente.*
Sta iniziando una nuova ciclicità.
*Marco e Bea (mio fratello e la sua ragazza) vanno a vivere via.*
*Andrea (altro mio fratello) sta per laurearsi.*
*Papà andrà in pensione e la mamma inizia a sentirsi parecchio stanca.*
Mi viene da piangere.
Sto tutto il giorno al computer e sento di non star vivendo a pieno la mia famiglia.
Ho la profonda paura di svegliarmi e che loro non siano più qui.
È un paradosso deleterio.
Quando sono con loro mi stanno sul cazzo. Quando non ci sono ho la paura di perderli.
Che pesantezza la fragilità.
Siedo in meditazione e cerco di vivere tutto questo con totale accettazione.”
Ci sono davvero poche cose importanti nella vita.
Negli ultimi giorni sto riconsiderando l’essenziale affinché riesca ad assaporare ogni attimo e riuscire a non dare per scontato nulla.
Smetto di scrivere e cerco di portare questa consapevolezza nella mia quotidianità.
Ci vediamo nel prossimo episodio.
Salvatore.