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Il paradigma del padrone-creatore: 7 step per un’esistenza felice (e fuori dall’ordinario)


In questo articolo voglio soffermarmi su una tematica estremamente delicata ed importante ovvero: come sia possibile perseguire la felicita e vivere un'esistenza straordinaria.

Prima di proseguire nella lettura però voglio avvertirtiQuesto non è un post come un altro.

Non ti parlerò della legge di attrazione, della PNL, del potere del pensiero positivo e nemmeno della strategia numero uno del “Cambia i tuoi pensieri e cambierai la tua vita”

Non perché io non creda in queste cose (ok, in parte è anche per questo) ma perché sono argomenti che sono stati presi ed utilizzati dalla maggior parte dei formatori come una panacea dell’esistenzaOvvero un anestetico per tutti i male.

Qualcosa non va? Ehi pensa positivo.

Vuoi cambiare la tua vita? Io sono il tuo guru, guarda è semplice: Basta cambiare pensieri.

Nulla di più lontano dalla realtà.

Vivere un’esistenza straordinaria e perseguire la felicità per me significa tutt’altro.

Te ne parlo in questo articolo mostrandoti il mio personale paradigma.

Che diavolo è un paradigma?!

Si tratta di un insieme di elementi che caratterizzano il mio modo di vivere per perseguire un’esistenza straordinaria.

Devi sapere che sto svolgendo da un po’ di tempo a questa parte un mio personale percorso di studi che abbraccia 4 discipline umanistiche diverse tra loro, ovvero:

  1. Sociologia
  2. Antropologia
  3. Filosofia
  4. Psicologia

Durante questo mio percorso sto depredando la mente di grandi leaderfilosofi ed imprenditori.

Il mio personale paradigma racchiude ognuno degli elementi che ho tratto dai loro insegnamenti e sto per condividerlo con te nelle righe che seguono.

È suddiviso in 7 elementi, partiamo dal primo:

Pensa, fatti delle domande e metti in discussione ogni cosa

Parte tutto da noi e dalla nostra capacità di utilizzare le nostre abilità cognitive.

Infatti è proprio per questo che, all’interno di questo blog, il mio grande obiettivo è quello di aiutare le persone a sviluppare una completa conoscenza di sé.

Propagandando il valore del pensiero e l’importanza di porsi le giuste domande per abbattere i limiti del pensiero convenzionale e andare oltre.

Si parte dal capire cosa farne della propria vita ed evolversi come esseri umani sviluppando una nuova versione di sé in linea con i propri sogni, ambizioni e desideri.

Questi sono i pilastri del mio blog e rappresentano le fondamenta per una vita straordinaria.

C’è dell’altro (ovviamente), passiamo al secondo elemento.

Vivi il momento presente

Mentre scrivo queste parole sono al lavoro per raggiungere tanti obiettivi personali e professionali.

Le mie azioni mirano al raggiungimento di grandi risultati e la mia stessa ambizione soffoca la mia quiete quotidiana.

Viviamo ossessionati da quello che sarà (futuro) con la paura di quello che è stato (passato) dimenticandoci che l’unica cosa che esiste è un eterno ora (presente).

Ce ne dimentichiamo spesso (troppo spesso) ma è il viaggio che conta.

Questa virtù mi ha salvato in un periodo in cui i risultati dei miei progetti tardavano ad arrivare permettendomi di beneficiare del processo e vivendo nel momento presente.

In fondo esiste solo quello.

Coltiva la leggerezza dell’essere

Seguendo le prime due virtù viviamo quindi il momento presentepensando, ponendoci delle domande e mettendo in discussione le nostre convinzioni.

Questo nella società in cui viviamo può rendere deleteria la nostra esistenza facendoci sentire incompresi, soli e in gabbia (in fondo ben pochi desiderano andare oltre ed esplorare ciò che oltrepassa la superficie).

Questa terza virtù fa da collante e ci invita a coltivare la leggerezza dell’essere.

Che cosa significa?

Questo termine implica quiete, calma, rinuncia consapevole del superfluo ed entusiasmo derivante dalle piccole cose.

Insomma sei in pace.

Questo stato si coltiva praticando la gratitudineeliminando tutto ciò che non ci serve e sviluppando un sano rapporto con noi stessi fatto di ascoltocura e attenzione.

I primi tre elementi ci consentono di creare un nostro personale equilibrio fatto di leggerezzapresenza (nel qui ed ora) e viaggio in luoghi inesplorati.

Finché stiamo con noi stessi tutto va bene.

Ma quando il contesto sociale inizia ad insidiarsi nel vivere comune le cose cambiano… Il nostro equilibrio interiore è messo a dura prova.

Abbiamo bisogno di una nuova virtù.

È a questo punto che siamo pronti per il 4° elemento: La complementarità.

Tieniti forte.

Esplora la complementarità che coesiste dentro di te

Questo principio mi ha permesso di cogliere la bellezza dell’esistenza nella sua diversità.

Il concetto di complementarità è insito in quello che io definisco “il DNA dell’universo”

Lascia che ti spieghi

Per le persone normali esiste giusto e sbagliato.

Per i pensatori contro intuitivi che hanno ripudiato la logica del pensiero binario, invece tutto è parte di uno stesso insieme.

Queste persone hanno decodificato il DNA dell’universo comprendendo che in natura tutto è complementarità.

Per ogni tesi esiste, o meglio coesiste, un’antitesi.

Sei alla ricerca di una soluzione? Mettiti faccia a faccia con un problema.

Vuoi avere più certezze? Esplora il caos.

Vuoi riuscire a vedere di più? Chiudi gli occhi.

So che forse ora ti sembrera incomprensibile, assurdo e paradossale, ed il motivo e che in effetti lo e.

Questo è stato uno degli elementi più difficili da cogliere, ma quando ho iniziato ad abbracciare le meraviglie di questo punto di vista è stato come vedere il mondo per la prima volta.

Per permetterti di comprendere più a fondo questo concetto ti invito a fare quanto segue.

Prendi le dicotomie che seguono:

  • Luce / Oscurità
  • Ordine / Caos
  • Bene / Male
  • Giusto / Sbagliato

Immagina una linea retta sulla quale riporle.

Alla sinistra ne metti una e alla destra poni il suo complementare, ci sei fin qui?

Ecco quello che la complementarità vuole insegnarci è che ognuna di queste dicotomie NON rappresenta degli elementi distinti e separati.

Rappresenta invece due poli opposti che fanno parte di uno stesso insieme.

Questo vuol dire che per raggiungere un risultato è necessario passare per il suo contrario, perchè l’esistenza stessa è fatta di complementarità:

Diversità che coesiste.

Un ciclo infinito dove passiamo da un elemento per tendere al suo opposto.

Passiamo dal buio per tendere alla luce, ricerchiamo il bene per comprendere il male, siamo inevitabilmente insicuri prima di padroneggiare l’accettazione di noi stessi.

La virtù della complementarità ci qualifica per il prossimo elemento: Stiamo per abbracciare l’ignoto, il dubbio e il caos.

Fai l’amore con l’ignoto: Costruisci la realtà nel dubbio, abbraccia il caos

L’umanità si interroga da millenni sull’universo domandandosi chi siamoperchè siamo qui e quali sono le leggi del cosmo.

Ecco che di tanto in tanto inciampiamo in una scoperta straordinario.

La nuova conoscenza suscita dibattito e dissenso, finché prove all’apparenza incontestabili confermano l’affidabilità di una tesi.

Ne deriva il consenso: La nuova conoscenza viene accerta come un dato di fatto.

La convinzione di essere in possesso di un sapere certo porta inevitabilmente ad un periodo di arroganza.

Quel sapere è diventato un dogma e noi lo difendiamo a spada tratta, ignorando qualsiasi obiezione – finchè una nuova scoperta dimostra che le nostre conoscenze erano limitate, se non addirittura sbagliate.

L’intera evoluzione dell’intelletto umano ha seguito questo schema e porta con sé una costante: L’ignoranza.

Come dico sempre: Dobbiamo abituarci a mettere in discussione quello che crediamo, altrimenti i nostri cosiddetti ragionamenti cercheranno argomenti solo per sostenere quello di cui siamo già convinti.

E tutto questo avviene soltanto dopo aver ammesso la propria ignoranza.

È stata proprio questa consapevolezza che mi ha portato ad evolvere questo schema trasformandolo da così:

SCOPERTA – DIBATTITO – CONOSCENZA – IGNORANZA

A così:

SCOPERTA – DIBATTITO – CONOSCENZA – DUBBIO/IGNOTO

Diventa quindi fondamentale abbracciare costantemente il dubbiol’ignoto e fare l’amore con il caos imparando a sentirci a nostro agio nell’incertezza, nell’assenza di dogmi e nella vulnerabilità della quotidianità.

Per fare tutto questo occorre però lavorare su noi stessi sviluppando quello che io definisco “Il superpotere dell’essere umano”

Lascia che ti spieghi.

Il superpotere dell’essere umano

Ogni cosa che ho realizzato porta con sé una costante.

Questa costante è l’umiltà.

All’interno di questo blog, faccio tutto quanto senza alcuna presunzione perché valuto bene l’importanza dell’umiltà.

Ed inoltre so bene di non essere speciale e di voler esserci senza esserci.

Cosa vuol dire essere senza esserci?

Nello specifico quello che voglio dire è che esisto per comunicare ideevaloriconcetti ma..

..ma voglio anche che esse siano libere di essere.

Libere dai limiti delle mie interpretazioniliberi dai miei stessi punti di vista che le hanno generate.

Lascio quindi che un’idea assuma forma per mezzo delle mie parole e una volta fatto decontestualizzo la mia persona estraniandomi dall’equazione.

È proprio per questo che come dico sempre: Non punto a darti le risposte ma i giusti punti di domanda.

È per questo che ci sono ma non ci sonoesisto ma non esisto.

Un simile ragionamento può essere fatto solo quando si sviluppa umiltà, si è consapevoli di quanto i nostri istinti possano ostacolare la corretta interpretazione dei fatti e si tiene ben a mente di quanto le altre persone possano insegnarci.

Penso che non ci sia cosa più bella e importante.

E non è tutto.

Tutto ciò di cui ho parlato fino ad ora ci porta ad un settimo ed ultimo elemento.

Continua a leggere le ultime righe che seguono.

Il compromesso dell’esistenza: in bilico tra il tutto e al niente

Stiamo per addentrarci in un concetto che ha radicalmente mutato il mio approccio all’esistenza e alla quotidianità.

sto parlando del compromesso dell’esistenza.

Tutto è iniziato quando crescendo ho preso consapevolezza del fatto che la vita non ha alcun senso.

Per me l’universo è un processo cieco e senza scopo, colmo di strepito e furore, ma che in pratica non significa nulla..

Ogni mattina, al mio risveglio, questa consapevolezza ha appesantito la mia quiete..

Dico davvero, ogni singolo giorno, la consapevolezza della mancanza di un significato e il senso di vuoto mi hanno soffocato.

Hanno aspettato il mio risveglio per assillarmi.

Erano pronti a ricordarmi che qualsiasi cosa stessi per fare all’interno della mia quotidianità in fondo non avrebbe avuto nessun significato reale (se non ovviamente quello che gli avrò attribuito io).

La perdita del senso è straziante.

Ogni giorno, per mesi, al mio risveglio ho esplorato il nulla finchè non ho deciso di fare lo stesso con la sua controparte: ecco il tutto.

Il tutto rappresenta il mondo là fuori pronto ad attendermi.

Un mondo fatto di regolecanoniconvenzionimiti condivisi.

Un mondo fantoccio fatto di realtà intersoggettive: un insieme di significati che esistono finchè la totalità della razza umana sceglie di crederci.

Dal denaro, alle religione, fino alle convenzioni illusorie di tempo.

Qualsiasi significato attribuirò agli eventi dovrà inevitabilmente collocarsi all’interno del tutto.

Mesi fa mi sono ritrovato di fronte ad entrambi.

Il tutto e il niente in silenzio mi scrutano.

Attendono che il mio punto di vista faccia la sua scelta.

Barcollando tra il territorio noto e il caos, decido quale tra le due parti avrà la meglio.

Stipulo un compromesso tra i due e do vita al compromesso dell’esistenza.

Accetto le regole del gioco, accetto che non ci sia alcun significato intrinseco.

Accetto consapevolmente e inevitabilmente il vuoto e abbraccio il tutto.

In bilico tra le due parti mi alzo e inizio a dare significato alla mia giornata: Divento padrone e creatore della mia esistenza.

Il vuoto non può ferirmi, abbiamo stipulato un compromesso.

Il tutto, sebbene pieno di convenzioni fantoccio, sta per essere plasmato dal significato che sto per attribuire.

Sono un animale creatore di significato in un mondo svuotato di senso: appartengo ad entrambi.

Tutto esisterà soltanto finchè sarò io a dargli significato: Lo accetto.

Sorridoho la responsabilità della mia vita, posso dare senso al mondo, sono felice.

In ultima analisi dunque..

Pensare, porsi delle domandemettere in discussione le proprie convinzioni, vivere il momento presente, coltivare la leggerezza dell’essere, esplorare la complementarità delle parti, fare l’amore con l’ignoto e il caos, conservare umiltà e ricordare di vivere il tutto appartenendo al niente sono gli elementi che costituiscono il paradigma del padrone-creatore.

Il conglomerato delle virtù che costituiscono la mia esistenza.

un’esistenza che abbandona il punto di vista dell’egova in profondità interrogandosi costantemente, non ricerca anestetici ma vive il male il bene come un grande processo costituito da compensazione tra le diverse parti e sfrutta il principio di dualità (la complementarità delle parti)

Un'esistenza complessa nella sua semplicita che ci pone padroni e creatori del tutto e del niente e può portarci a vivere una vita felice e fuori dallordinario.

Salvatore.

CREDITS: la foto di copertina di questo articolo è "The Bridge of Life"