Capire cosa fare finita la scuola, coltivare capacità di giudizio e fare pace con la realtà
Eccoci in una nuova puntata dove condivido il mio percorso introspettivo e alcuni contenuti per stimolare il tuo intelletto e aiutarti a conoscere te stesso!
Ecco cosa stiamo per vedere insieme:
- Risorse e strumenti per tutti i ragazzi che a breve termineranno la scuola e desiderano capire cosa fare nella loro vita
- Un’intera pagina del mio diario di viaggio introspettivo con strumenti pratici per aiutarti a navigare la tua interiorità
- 3 modelli mentali contro intuitivi per coltivare la tua capacità di giudizio
- Previsione di bilancio e budget: la mia intera strategia per riuscire a vivere da solo ed essere indipendente a soli 22 anni
- Come fare pace con la realtà: riflessioni sull’ansia e come porvi rimedio.
Pronto? Iniziamo!
Cosa fare finita la scuola: La risposta definitiva
A metà aprile sono stato invitato ad un incontro di orientamento con le scuole superiori.
E’ stata una bellissima esperienza e, per la prima volta dopo anni, mi è mancata la scuola.
Ti confesso che sono sempre stato convinto che in questo ambiente tutti siano menefreghisti e che la scuola sia un luogo pieno di cazzoni presuntuosi.
Dopo questo evento sono riuscito a ricredermi.
Mi sono ascoltato e ho capito che ho vissuto male il periodo scolastico perché avevo un animo ferito ed avevo paura delle persone.
Ora non è più così e con la mia serenità attuale mi piacerebbe proprio poter vivere l’esperienza della scuola nuovamente.
Ahimè, questo non è possibile, ma posso però dare il mio supporto ai ragazzi che attualmente frequentano la scuola, offrendo loro quello che ho imparato.
Proprio per questo motivo, l’articolo di questo episodio è dedicato ai giovani che a breve termineranno gli studi.
Cosa dovrei fare una volta finita la scuola? Cosa dovrei studiare? Che lavoro dovrei fare? Cosa dovrei diventare?
All’interno dell’articolo ti parlo di tutto quello che ho imparato sul mondo del lavoro e condividerò con te **3 principi pratici per aiutarti a trovare un **lavoro** appagante e soddisfacente**.
Non solo!
In questo post sarà incorporato anche un video YouTube contenente tutto quello che ho condiviso con i ragazzi delle superiori durante l’incontro di orientamento.
Si tratta di un video di oltre 20 minuti dove è presente tutto quello che avrei voluto dire al Salvatore di 4 anni fa.
Spero che guardarlo ti sia di aiuto.
Proseguiamo con il prossimo punto ed esploriamo una pagina del mio diario introspettivo con alcune delle mie solite riflessioni e autoanalisi.
Diario di viaggio introspettivo | seduta 1
11 maggio 2021
Sono le 17:57, sono in sala d’attesa e a breve lo psicologo mi farà entrare.
Sono entrato in quell’edificio portando con me un po’ di stress, dovuto ad una giornata di lavoro pesante, ed il mio solito energico entusiasmo.
È una creativa collisione di complementarità.
Lo stabile ha delle condizioni vecchie, fredde e tratti sterili.
Il calcestruzzo è impregnato di energia negativa ed io percepisco di trovarmi in un luogo che ospita quotidianamente sofferenza.
Dopo poco più di 4 minuti arriva una persona.
È estremamente formale, mi da del “Lei”, mi accoglie con una voce sottile e pacata e mi invita a percorrere il corridoio e ad entrare nell’ultima porta a sinistra.
Seguo le sue indicazioni e mi ritrovo in un ambiente confortevole e intimo.
In quella stanza sarebbe avvenuta la nostra prima seduta.
Inizia chiedendomi perchè sono lì, e in pochi minuti gli sviscero due punti chiave che vorrei migliorare attraverso un vero e proprio percorso:
- Il rapporto con i miei genitori
- L’ansia della performance che talvolta mi fa essere ossessionato dai risultati e non mi fa godere il processo
Mentre gliene parlo con leggerezza, penso a tutte le persone che lui era abituato a incontrare.
Io sono sicuramente vittima dei miei condizionamenti, ma sono prima di tutto curioso ed interessato ad essi.
Aveva mai conosciuto persone più curiose che vittime? Chissà.
Questo quesito dimora dentro di me mentre continuo a raccontarmi e raccontargli di me, del mio lavoro, della mia storia, del mio percorso, della mia famiglia, dei miei interessi e dei miei esperimenti sul sonno.
Indaga, cerca di esplorarmi e mi pongo come alleato, cercando di capire cosa vuole capire e aiutandolo nella sua ricerca.
Una domanda in particolare mi ha incuriosito di più tra tutte.
Qual è la persona più importante per te in questo momento?
Ho sempre risposto riferendomi in senso generico alla mia famiglia ma quando è voluto andare oltre chiedendomi: “Qual è la persona che più tra tutte ha contribuito alla tua crescita?” Sono rimasto in silenzio e poi con fermezza ho risposto:
Me stesso.
Questa risposta è dannatamente vera.
Ho argomentato la mia tesi parlando del fatto che tutto quello che ho fatto per la mia salute negli ultimi quattro anni è stato solo e soltanto merito mio.
Quando volevo comprare l’anello per analizzare il sonno i miei genitori mi guardavano perplessi non capendo.
Quando ho finito la scuola e ho voluto fare il cameriere per coltivare la mia indipendenza e non gravare sulle loro spalle i miei genitori non capivano.
“Un genitore dovrebbe accettare l’indecisione del proprio figlio”
Questo è quanto ho scritto l’11 aprile sul mio diario.
Da ragazzini si è fragili, insicuri e indecisi, si è estremamente volubili e ci si lascia plasmare molto dalle influenze dei genitori.
Io ad esempio quando ho finito la scuola, 4 anni fa, ho fatto molta fatica a imboccare una strada lontana da influenze esterne perché non sapevo realmente ciò che volevo.
La mia incertezza veniva percepita come una lacuna da colmare con consigli e suggerimenti di ogni genere.
Il problema è che i genitori ti danno consigli sempre solo e soltanto sulla base di ciò che SECONDO LORO è giusto.
Da persona fragile ci si fa plasmare e si cerca di ascoltare e seguire quei consigli perché si ha il timore di deludere.
Questo finché poi non ti rompi il cazzo, decidi di prendere in mano la tua vita e allora subentra un meccanismo di difesa aggressivo per riuscire a sviluppare una propria indipendenza emotiva e interiore lontano dai condizionamenti di “giusto” e “sbagliato” degli altri.
Ecco la storia della mia vita.
Quell’ora insieme giunge al termine e, prima di salutarci, concordiamo altri due incontri che serviranno per conoscerci meglio e strutturare il nostro percorso.
Ci vedremo il 3 e l’8 giugno.
Sono molto affascinato dal suo modo di studiarmi e di esplorare il mio mondo interiore.
Cosa vede? Cosa sente? Come sono ai suoi occhi? Cos’ha in mente di fare per aiutarmi?
Esco dalla stanza con tutti questi quesiti e con la testa che mi gira.
Mi sento come se fossi uscito da un luogo senza tempo: È una sensazione stranissima.
Attraverso questa prima seduta ho tratto e interpretato queste considerazioni.
Inoltre attraverso alcuni scontri con i miei genitori ho iniziato a capire perché reagisco con aggressività.
Sono bastate semplici domande, unite a momenti di ascolto e di vuoto: l’introspezione funziona così, ha bisogno di spazio e di tempo.
Confesso però che non so se la mia percezione sia corretta o meno, intanto, la condivido così com’è.
Avrò modo di smentirla e sistemarla mano a mano che il percorso con lui e con me stesso proseguirà.
3 modelli mentali per coltivare capacità di giudizio
Cinque mesi fa mi sono svegliato alle 6 e mezzo del mattino e mi sono diretto verso il mio cellulare per scrivere immediatamente un’intuizione che un sogno mi aveva suscitato.
Te la riporto qui di seguito:
Da allora ho arricchito il mio percorso di studi con concetti e nozioni volti a far tesoro di principi e modelli mentali di pensatori, intellettuali e filosofi.
Si tratta di una tematica che mi sta particolarmente a cuore e che è indispensabile per sviluppare chiarezza.
Proprio perché la lucidità (capire chi siamo e cosa vogliamo) si manifesta tramite azioni e decisioni.
Al fine di prendere ottime decisioni trovo fondamentale studiare paradigmi e modelli mentali di grandi pensatori.
Qui di seguito vorrei condividerne tre: si tratta dei più illuminanti che ho avuto modo di esplorare nell’ultimo periodo.
1 | Falsificazione
La falsificazione è l’opposto della verifica: devi provare a dimostrare che una teoria non è corretta e, se fallisci, la convalidi.
Per capire come funziona in pratica, pensa all’evoluzione.
Quando compaiono le mutazioni, la selezione naturale elimina ciò che non funziona, rafforzando così l’idoneità del resto della popolazione.
Facciamo un altro esempio citando Karl Popper e in particolare la sua discussione sul concetto di falsificabilità riguardo alla teoria di Freud, che tratta il ruolo dei ricordi d’infanzia repressi nell’influenzare l’inconscio e il comportamento.
Popper è stato attento a dire che non è possibile provare che il freudismo fosse vero o non vero, almeno in parte.
Possiamo dire che semplicemente non sappiamo se sia vero perché non fa previsioni specifiche e verificabili. La teoria di Freud può contenere molta verità, ma non possiamo dimostrare la sua validità con assoluta certezza: La teoria dovrebbe essere riformulata in modo da consentire all’esperienza di confutarla.
“Una teoria fa parte della scienza empirica se e solo se è in conflitto con le esperienze possibili ed è quindi in linea di principio falsificabile dell’esperienza.”
Un modo in cui ho applicato questo principio riguarda proprio la falsificazione delle mie credenze e delle mie convinzioni sulla realtà.
Da quanto sei convinto di quello di cui sei convinto?
Falsifica le tue tesi, se fallirai avrai delle credenze con delle ottime basi, se invece ci riuscirai ti sarai liberato di zavorre inutili.
2 | Inversione
“L’intelligenza è la capacità di tenere a mente due idee opposte allo stesso tempo e mantenere comunque la capacità di funzionare.”
A volte è bene cominciare dall’inizio, ma può essere più utile iniziare dalla fine, pensala in questo modo: Evitare la stupidità è più facile che cercare la brillantezza no?
Questo è il principio di inversione e ci sono due approcci per applicare l’inversione nella tua vita.
- Inizia supponendo che ciò che stai cercando di dimostrare sia vero o falso, quindi mostra cos’altro dovrebbe essere vero.
- Invece di mirare direttamente al tuo obiettivo, pensa profondamente a ciò che vuoi evitare e poi guarda quali opzioni sono rimaste.
Io ho iniziato ad utilizzare questo modello mentale smettendo di pensare solamente al raggiungimento di un risultato positivo, e chiedendo invece come posso evitare di ottenere un risultato terribile e lasciare che sia quello a guidare il mio processo decisionale.
Sembra banale ma stravolge totalmente le regole del gioco.
3 | Second Order Thinking
Questo è il mio preferito ed è estremamente semplice quanto sottovalutato.
Il punto è questo: ogni decisione che prendiamo porta con sé delle conseguenze di 2° e 3° ordine.
Facciamo qualche esempio.
Azione: Mangiare un gelato.
Conseguenza di 1° ordine: Mi sfamo e ottengo una gratificazione immediata.
Conseguenza di 2° ordine: Gli zuccheri mi fanno entrare in una mood poco lucida e irrequieta.
Conseguenza di 3° ordine: Alimento un senso di identità di una persona pigra che vuole gratificazioni immediate.
Azione: Pubblicare una storia su Instagram.
Conseguenza di 1° ordine: Ho utilizzato 15 secondi della mia vita.
Conseguenza di 2° ordine: Mi hanno risposto alle storie e sono stato più di un’ora su Instagram.
Conseguenza di 3° ordine: mi espongo ad un ecosistema poco sano, assorbo negatività, sono triste e invidioso per tutto il giorno.
Sto estremizzando (forse) però capisci qual è il punto?!
Questi sono principi dannatamente importanti se desideri avere più chiarezza.
La mia intera strategia per riuscire a vivere da solo ed essere indipendente a soli 22 anni
Finalmente ci siamo, i primi di giugno vado ufficialmente a vivere da solo.
È curioso rileggere i vecchi episodi in cui ero totalmente inconsapevole di quando questo momento sarebbe arrivato.
Non avevo notizie dal proprietario, faticavo a trovare casa e adesso, così di punto in bianco, ci siamo!
È il bello di questa newsletter: un work in progress genuino tra pensieri, introspezioni e condivisioni della mia vita.
Chissà come sarà rileggerlo tra qualche anno.
Ma veniamo al dunque.
In questo punto sto per condividere con te la vision che ho riguardo ai mesi che mi aspettano e la mia intera strategia per riuscire ad essere indipendente.
Partiamo dall’inizio.
Quando a marzo 2020 è iniziata la quarantena sono stato contattato da una multinazionale che mi voleva assumere.
In quel periodo cercavo di trasformare la semplice divulgazione e condivisione in un’attività redditizia, dando vita ad una vera e propria accademia dell’intelletto umano online.
Avevo lavorato senza sosta per mesi, ottenendo pochi risultati..
Così, visto il periodo di incertezza e l’opportunità che mi si era presentata, avevo deciso di accettare questo tipo di lavoro (anche se non mi entusiasmava a pieno).
Da allora ho risparmiato molti, moltissimi soldi e l’ho fatto proprio in virtù di questo momento.
Ho un cuscinetto economico tale da poter vivere per almeno 2 anni mantenendo il mio stile di vita attuale senza lavorare.
Questa sicurezza, unita al mio desiderio di sperimentare, mi ha portato a creare una strategia e un piano per amministrate le mie finanze al meglio nei prossimi mesi.
Ho intenzione di analizzare tutte le mie spese e unire tutta questa gestione analitica ad un’analisi interiore della mia felicità.
Quello che intendo capire è in quale misura il denaro risponde ai miei bisogni di felicità e qual è il budget minimo necessario sotto il quale il mio livello di benessere calerebbe.
Capire queste cose mi permetterà di strutturare il “MVO” ovvero il “Minimum Viable Object” di ogni area della mia vita.
In altre parole, si tratta del minimo strettamente necessario di oggetti e cose che faranno parte della mia vita, sotto il quale ne risentirebbe il mio benessere.
È un po’ il metodo che ho creato per trovare la forma giusta di minimalismo da adottare nella mia vita.
In questi mesi farò i miei bilanci, le mie analisi e i miei test e tra qualche mese ti dirò com’è andata.
C’è dell’altro.
Attraverso questo periodo desidero finalmente responsabilizzarmi, capire se vivo realmente bene qui dove sono e soprattutto migliorare il rapporto con i miei cari.
Sembra paradossale ma secondo me può funzionare.
Allontanarsi può aiutarci a rimettere in prospettiva le cose ed è esattamente quello che intendo fare.
Questo è tutto il 2º order thinking che mi aspetto e che intendo analizzare, vediamo come andranno le cose tra 4 mesi (intanto tieniti pronto per i miei super excel e le mie analisi)
Ora concludiamo questo episodio con le ultime riflessioni.
Come fare pace con la realtà e debellare il senso di ansia
L’8 maggio sono andato una giornata in Trentino, al lago di Tenno.
È stato molto piacevole e sto finalmente imparando a staccare dalla frenesia e godermi le cose sempre di più.
È un equilibrio personale molto profondo e delicato.
In questi giorni ho scritto delle riflessioni a riguardo che desidero condividere con te.
Sono contento che tu abbia condiviso questo momento con me.
Al prossimo episodio.
Salvatore.