Analizzare le proprie credenze e capire sé stessi: Il mio personale metodo
Negli ultimi 20 giorni sono successe delle cose pazzesche ed in questo episodio desidero condividerle tutte con te.
Insieme vedremo:
- La mia personale lista dei migliori libri da leggere (ti confesso che sono un po’ geloso che tu ce l’abbia)
- Come analizzare le proprie credenze e capire sé stessi (il mio personale metodo)
- La tecnica delle tre lettere: un esercizio pratico sul perdono (dal buon Daniel Lumera)
- Fragilità e decisioni importanti per il futuro (ecco su cosa sto lavorando)
- Lezioni, insegnamenti e riflessioni sul senso di apatia della società
Non perdiamo altro tempo e addentriamoci subito nelle solite 5 parti.
I migliori libri da leggere (la mia lista esclusiva e in continuo aggiornamento)
Come ti racconterò nel dettaglio nelle prossime righe, sto lavorando moltissimo per migliorare i contenuti del mio blog.
Ho pensato molto alle tematiche da trattare e ho deciso di dedicare del tempo alla creazione di articoli su alcune delle risorse più importanti che mi hanno accompagnato nel mio percorso.
Il primo contenuto che ho deciso di realizzare riguarda proprio la lista dei migliori libri da leggere (l’argomento più richiesto tra tutti).
Al suo interno troverai due liste molto importanti:
- La prima riguarda i libri che ho attualmente in lettura (cosa sto leggendo adesso + cosa ho intenzione di leggere).
- La seconda invece è la mia personale lista dalla quale ho letto, studiato, imparato e che ho utilizzato per costruire i miei punti di vista sulla realtà.
Devo confessarti che sono un po’ geloso (e allo stesso tempo entusiasta) che tu abbia accesso alle fonti che mi hanno permesso di essere ciò che sono oggi.
In questo articolo troverai davvero dei libri life-changing, quindi mi raccomando, fanne buon uso!
Analizzare le proprie credenze e capire sé stessi: Il mio personale metodo
In questo momento sono appena tornato dallo psicologo.
Svolgo quotidianamente auto-analisi su me stesso.
L’introspezione è una droga per me.
Trasformare il caos in ordine e una mia peculiarità, ma desidero accelerare e migliorare ulteriormente questo processo.
Per questo motivo ho deciso di affidarmi ad una figura professionale che mi aiuti a migliorare sempre di più: uno psicologo.
Per iniziare questo tipo di percorso mi sono rivolto all’AUSL.
Per farlo ho contatto il mio medico, ho richiesto un’impegnativa, ho chiamato il centro psicologico clinico di Mirandola (dove vivo io) e ho preso appuntamento.
In questo momento sono appena tornato dal colloquio di accoglienza.
Durante la seduta ho compilato 3 questionari e mi sono state fatte un sacco di domande, per inquadrare la mia situazione e capire perché ho iniziato un percorso di questo tipo (ho parlato nel dettaglio di tutti i motivi nello scorso episodio).
Adesso sono in attesa che uno psicologo prenda in carico la cartella clinica che è stata delineata oggi (il che potrebbe richiedere anche un mese).
Purtroppo affidandoti ad un ente statale la trafila è un po’ più lunga ma ti permette di risparmiare circa il 70% rispetto ad uno psicologo privato (non male!).
Dai prossimi episodio comunque trasformerò questo punto della newsletter in un vero e proprio diario di viaggio introspettivo delle mie sedute condividendo con te ogni cosa.
In attesa di tutto questo vediamo, come promesso, il metodo che utilizzo per analizzare le mie credenze e capire me stesso.
Come puoi capire te stesso
Per scavare dentro di me amo svolgere quotidianamente un esercizio pratico per analizzare le mie convinzioni.
Inizia tipo così:
Sono convinto che.. Le ragazze trovino sexy gli uomini che sanno cucinare (lo penso davvero eh).
A questo punto l’obiettivo è quello di capire come sei arrivata a credere che sia vero.
Vedi, tutto ciò in cui crediamo è stato costruito sulla base di feedback, e conclusioni che abbia tratto dal mondo che ci circonda.
Nel mio caso penso che questa credenza sia nata poiché una volta ho visto le storie su instagram di una mia ex con il suo nuovo ragazzo mentre cucinavano.
Guardando quelle storie ne ho tratto un feedback, ho agganciato le cose e ho pensato che lei fosse attratta da lui per quel motivo.
La verità però è che forse al 100% mi sbaglio ahahah.
Mi diverte molto analizzare il mio modo becero di trarre conclusioni sulla realtà, eppure è così che nascono credenze e convinzioni che, zitte zitte, nell’inconscio, guidano i nostri modi di pensare, percepire il mondo ed agire.
Iniziare a porsi delle domande e fare questo esercizio è il primo passo per analizzarle, capire, capirsi e liberarsi da influenze (talvolta) tossiche che ci manipolano e ostacolano la nostra quiete.
Prova a pensarci: da quanto sei convinto di quello di cui sei convinto?
Pensaci e presta attenzione perché rimanere lì dove sei esplorando un solo punto di vista ti renderà cieco.
Vai alla ricerca di chi oserà smentire le tue tesi, convivi con la consapevolezza che in realtà non esiste giusto e sbagliato e che le tue verità sono solo convenzioni.
Permetti a questa consapevolezza di alleggerire la tua quotidianità, in fondo non devi più difendere a spada tratta le tue argomentazioni: Sono solo prospettive.
Interrogati, metti in discussione, fai collidere diversità e distruggi per creare.
Farlo non è necessario al conseguimento della felicità, ma è ciò che renderà la vita dannatamente interessante e ti permetterà di comprendere nelle sue molteplicità il mondo intorno a te.
Ed infondo questa è la metafora dell’esistenza.
Esercizi pratici sul perdono
Nelle ultime settimane ho finito due libri.
Uno è “prendila con filosofia” (ne ho parlato nello scorso episodio)
Si tratta di un vero e proprio manuale di educazione alla vita (no, non sto esagerando).
Al suo interno ho trovato:
- Riflessioni sulla stupore e la meraviglia.
- Preziosi punti di vista sulla virtù della temperanza.
- Alcuni spunti sull’ansia della performance (che ho analizzato sempre nello scorso episodio)
- Tante informazioni utili sulla vocazione e il talento tratti dalla filosofia antica (i ragazzi di Tlon parlano spesso di questa tematica)
Guarda non voglio spoilerare altro ma penso davvero che questo libro debba essere reso obbligatorio in tutte le scuole superiori!
Non mi dilungo tanto sul libro di Maura ed Andrea perchè desidero soffermarmi su un altro libro molto importante che ho letto negli ultimi giorni.
È di Daniel Lumera e si chiama “i 7 passi del perdono”.
Lo sto leggendo perché, come dicevo nello scorso episodio, sto analizzando la rabbia e l’odio incontrollato che emerge ogni tanto nei confronti dei miei genitori.
Al suo interno ho trovato un sacco di esercizi pratici sul perdono e qui di seguito desidero condividere con te quello che mi ha aiutato di più, vediamolo insieme!
La tecnica delle tre lettere
1 | La lettera dell’accusa
In un foglio bianco inizia a scrivere il nome della persona seguito dalla formula «ti perdono per…» e prosegui facendo un elenco di tutte le cose che vuoi perdonare.
Scrivi proprio tutto, accusala apertamente e manifesta tutto quello che hai dentro, cercando di non tralasciare niente, con l’intenzione di liberarti.
In questa lettera rendi manifesto e consapevole tutto ciò che senti e che pensi.
Evidenziarlo è di fondamentale importanza per tutto il processo, perché ammetti a te stesso di provare certe cose e prendi contatto con le tue ombre.
2 | La lettera della responsabilità
Adesso scrivi una seconda lettera in cui ammetti tutte le tue mancanze verso questa persona.
La formula che userai è: «Io… (scrivi il tuo nome) ti chiedo perdono per…».
Questa lettera inizia a farti cambiare prospettiva rispetto ai ruoli di colpevole e vittima; ti permette di assumerti la responsabilità su ciò che provi, che pensi e che fai e di smettere di proiettare sull’altra persona il tuo potere.
Se la lettera della responsabilità è scritta onestamente ti permetterà di andare al di là del giudizio: Ad esempio comprendi che la persona ha agito inconsapevolmente perché non era in grado di fare diversamente o non si trovava in una condizione di chiarezza e pace.
3 | La lettera della gratitudine
È la prima lettera che permette veramente di andare al di là della dualità colpevole-vittima.
In questa fase la colpa, il risentimento e la rabbia si trasformano in gratitudine. La formula che userai è: «… (nome della persona) grazie per…».
In questa lettera potremo scrivere tutte le cose per cui siamo grati e terminare con una dichiarazione di amore: “ti amo così come sei”.
Delle tre lettere questa è quella che permette di capire se abbiamo veramente integrato il processo di perdono, riconquistando uno stato di benessere e centratura: facciamo molta attenzione nel momento in cui la scriviamo perché NON deve contenere accuse, neanche velate.
Se ti trovassi a scrivere: «Ti perdono per quello che mi hai fatto» oppure: «Grazie per avermi insultato» e sentissi ancora emozioni negative nascoste, allora staresti manifestando un’accusa velata e probabilmente un desiderio di vendetta.
Se ti rendi conto che queste emozioni sono ancora dentro di te vuol dire che il perdono non è completo.
Nella lettera di gratitudine devi sentire solo gratitudine e nient’altro, torna alle fasi precedenti fino a che questo non succede.
Questo è un esercizio davvero pazzesco!
Devo confessarti che a me personalmente ha aiutato davvero tanto.
Ti consiglio di provarlo e soprattutto di approfondire l’intero libro, contiene un tipo di saggezza davvero profonda (non scherzo!).
Impermanenza e margini di sicurezza
I cerchi che vedi in questa foto corrispondono ai mesi di vita che ha a disposizione una persona di 90 anni.
Ogni 28-31 giorni uno di quei quadratini diventerà nero: quel tempo non ci apparterrà più.
Il numero di anni che possiamo vivere è limitato.
Questo dovrebbe farci riflettere su ogni nostra scelta e aiutarci a scegliere intelligentemente.
È proprio quello che ho fatto nelle ultime settimane e che cerco di fare quotidianamente per perseguire un’esistenza virtuosa.
In questo punto condivido periodicamente il dietro le quinte della mia vita, come ad esempio progetti personali e professionali, vision e ambizioni future.
Perciò permettimi di raccontarti alcune delle cose a cui ho prestato particolare attenzione negli ultimi giorni.
Cambiamento, asset e competenze spendibili
In questo periodo sto studiando molto.
Penso che studiare sia il miglior modo per costruirsi quanti più margini di sicurezza possibili.
Cosa sono i margini di sicurezza?
Sono i paracaduti, gli asset (le risorse) e le competenze che ci aprono nuove strade, opportunità e possibilità quando il mercato cambia.
Pensa al classico negozio di paese che con la crisi e dei player di mercato come Amazon, si trova costretto a chiudere.
In quanto imprenditore ha il dovere di anticipare il cambiamento e soprattutto di continuare a studiare e comprendere il mercato e il mondo in evoluzione.
Io non sono un imprenditore ma amo approcciarmi con consapevolezza e lucidità verso tutti questi aspetti.
Questo è proprio quello che sto cercando di fare costruendo i margini di sicurezza che ti dicevo.
Ora ti racconto una cosa.
Finita la scuola ho iniziato a studiare il mondo del digital marketing approfondendo la comunicazione verbale e non (scritta e di storytelling) e visiva (foto e video).
Successivamente il mio percorso di studi si è evoluto: Da oltre due anni mi sono specializzato e mi sto specializzando nelle discipline umanistiche.
Mi sono creato un mio personale percorso di studi che abbraccia 4 ambiti diversi tra loro:
- Filosofia: Studio filosofia per imparare l’arte di vivere, pensare, meravigliarsi, ricercare il senso delle cose e dell’essere.
- Psicologia: Studio la psicologia per capire, attraverso un approccio scientifico, il funzionamento e i limiti della mente umana.
- Sociologia e Antropologia: Voglio studiare la sociologia e l’antropologia per indagare i fenomeni da un punto di vista di interazione sociale, e contribuire alla realtà intorno a me, partecipando attivamente ad essa.
Tutte queste sono le tematiche che applico, studio e condivido quotidianamente nel mio blog, ma non mi sono fermato qui.
Infatti sto continuando a studiare ed esplorare quante più discipline possibili.
L’ho detto più e più volte: Voglio studiare per tutta la vita.
Cosa sto approfondendo?
Attualmente sto seguendo dei corsi di web design, una disciplina che unisce tutta la parte digital e web (che adoro) alla parte artistica e creativa del design.
Penso sia fondamentale coltivare le proprie passioni e soprattutto adoperare il proprio tempo libero in modo virtuoso studiando e costruendo questo tipo di margini di sicurezza.
Ma come trovare il tempo per farlo?
Beh per quanto mi riguarda non uso più i social, non ho le notifiche del cellulare e, vista la pandemia, dopo il lavoro sono sempre a casa.
Dopo lavoro non cazzeggio ma mi alleno, leggo e mi prendo del tempo per pensare.
Il weekend non cazzeggio ma al contrario studio.
Periodicamente mi prendo anche del tempo per interrogarmi sulla direzione che sta prendendo la mia vita.
Attenzione perché, per cazzeggio non intendo che non gioco al cellulare o non guardo serie tv: quello è svago e lo faccio (1 ora a settimana ma lo faccio).
Per cazzeggio intendo che non butto tempo lamentandomi, criticando, o guardando la vita degli altri.
Vivo la mia, mi diverto e mi entusiasmo meravigliandomi e scoprendo cose ogni giorno.
Dipende tutto da noi, ed ogni ora che impieghiamo adesso a 20 anni vale come 5 ore che utilizzeremo un domani a 30.
Riguarda lo schema che ho condiviso poco più sù e dimmi se ti mancano così tanti cerchi ai 30 anni.
Costruiamoci un futuro straordinario, dipende tutto da noi.
A proposito del fatto che è tutto nelle nostre mani, passiamo al prossimo punto e vediamo un super insegnamento sul senso di responsabilità della nostra vita!
L’apatia della società
Hai mai visto il film “Seven”?
Ha come protagonisti Brad Pitt e Morgan Freeman (che accoppiata ragazzi!) e in una scena parlano dell’apatia e del senso di inerzia della società, te la riporto qui di seguito:
“Tu dici che il problema principale è che la gente se ne frega e allora io me ne frego della gente, capisci che non ha senso? Lo capisci?”
Morgan risponde chiedendo di getto: “Tu non te ne freghi?” e Brad risponde “No, io mai.”
Morgan sorride e scherzosamente gli dice: “Allora tu cambierai il mondo”.
Brad ribatte con serietà dicendo “Il punto è che io non credo che tu molli perchè sei convinto delle cose che dici, no.. credo che tu te ne voglia convincere perchè molli.”
E continua dicendo: “Tu vuoi che io ti dia ragione, vuoi sentirti dire «questo è proprio un mondo di merda, dovremmo tutti andare a vivere in una foresta sugli alberi» e invece no, io questo non te lo dico, non ti do ragione, non sono d’accordo, neanche volendo!”
Nelle ultime settimane ho pensato parecchio a questo insegnamento.
Quante volte ci incazziamo perché la gente se ne frega reagendo con menefreghismo a nostra volta?
Io personalmente l’ho fatto un sacco di volte, in diversi contesti ed in particolare nel lavoro, dimenticando che io stesso faccio parte di quel contesto.
Non voglio fare il moralista e tralasciare che a volte è normale che vogliamo solo e soltanto fregarcene, ma razionalmente e con lucidità penso sia controproducente.
Siamo parte della collettività e possiamo fare la differenza, sempre.
Se lo desideri puoi fare click e dare un’occhiata all’intera scena del film.
Ora io ti saluto: Per questo episodio è tutto.
A presto.
Salvatore.