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Lo sport come forma di introspezione


Questa newsletter è il diario di viaggio che ho creato per condividere periodicamente contenuti, risorse e retroscena del mio percorso introspettivo per aiutarti a conoscere te stesso e avere più chiarezza!

Ti trovi in un luogo dove veicolo senza censure tutti i pensieri e le riflessioni che accompagnano il mio cammino.

Ecco cosa stiamo per vedere insieme:

  • Cosa dovremmo farne della nostra vita? Un articolo gratuito per analizzare la natura umana che dimora in bilico tra armonia e caos
  • Introspezione: lo sport come strumento di auto indagine
  • Serenità per il futuro: Ecco come ho costruito una stabilità lavorativa nonostante l’incertezza e l’ignoto
  • Uno dei principi zen preferiti: “Se continui ad identificarti con ciò che sei ti perderai ciò che stai diventando”

Sei pronto? Cominciamo questo viaggio insieme!

Cosa dovrei fare della mia vita? In bilico tra armonia e caos

“Ci sono due tipi di sofferenti in questo mondo: quelli che soffrono per una carenza di vita e quelli che soffrono per una sovrabbondanza di vita.”

A quale di questi appartieni?

Io appartenevo ai primi e nell’articolo che ho preparato per te voglio raccontarti come ho superato la cosa riuscendo a conciliare armonia e caos nella mia vita.

Non si tratta di un articolo come un altro.

Al suo interno navigo intorno a dei grandi quesiti come: “Cosa dovremmo farne della nostra vita?”, “A cosa serve un essere umano?” e “Come possiamo trovare un equilibrio tra le forze uguali e contrarie che sono presenti nella nostra vita?” ed esploro punti di vista filosofici sulla natura umana che dimora in bilico tra armonia e caos!

Se anche tu, come me, trovi nella realtà qualcosa che ti rassicura, e allo stesso tempo ti tormenta e ti turba, ti consiglio di leggerlo.

Lo sport come strumento introspettivo

Penso che uno dei modi migliori per approcciare un viaggio introspettivo di scoperta di sé sia attraverso lo sport.

Ogni disciplina ci porta a sbloccare nuovi livello di auto-consapevolezza del nostro corpo.

In accordo con questo principio, quest’estate, ho voluto dedicare del tempo alle immersioni e prendere il brevetto da sub.

Salvatore Olivieri sub

(Questo nella foto sono io il penultimo giorno de corso, dopo essere riuscito ad allagare la maschera qualche metro sott’acqua e controllare la mia mente ansiosa, perché fin da bimbo l’acqua nel naso mi terrorizzava e temevo di soffocare).

Ecco altre cose che sto facendo in ambito sportivo per arricchire il mio viaggio introspettivo:

  1. La meccanica del corpo umano: Sto analizzando la meccanica del corpo umano per capire i principi e il funzionamento del corpo e come, durante l’allenamento, il corpo distrugge per rinascere.
  2. Prana e energia: Sto studiando l’arte del respiro (il libro di James Nestor è davvero consigliato a riguardo, e te ne parlerò tra qualche riga)
  3. Nuovi corsi: Amo concepire lo sport come un mondo olistico dove puoi aggregare più discipline, skill e pattern tra loro (@portal.ido docet), a questo proposito, nei prossimi mesi, mi aspettano due nuovi corsi, ovvero arrampicata e tiro con l’arco.
  4. Limiti e paure: Come dicevo qualche riga più su, fin da bambino avevo il terrore di stare senza maschera sott’acqua, attraverso questo brevetto, che prevedeva di allagare e togliersi la maschera a diversi metri di profondità, ho affrontato questa cosa superandola con successo.

Adesso desidero fare lo stesso con le vertigini e il terrore dell’altezza, attraverso il lancio con il paracadute (non vedo l’ora!)

Il temperamento non è mai destino, lo sport è uno strumento potentissimo di auto indagine.

E tu lo adoperi? Cosa ne pensi? In che modo ti aiuta?

250 giorni dopo

Quando a marzo 2020 è iniziata la quarantena sono stato contattato da una multinazionale che mi voleva assumere.

In quel periodo cercavo di trasformare la semplice divulgazione e condivisione in un’attività redditizia, dando vita ad una vera e propria accademia dell’intelletto umano online.

Avevo lavorato senza sosta per mesi, ottenendo pochi risultati..

Così, visto il periodo di incertezza e l’opportunità che mi si era presentata, avevo deciso di accettare questo tipo di lavoro (anche se non mi entusiasmava a pieno).

Quando ho realizzato l’episodio #3 di questa newsletter mancavano 250 giorni alla scadenza del mio contratto.

Oggi il countdown ha toccato lo zero ed io ho finalmente raggiunto una stabilità lavorativa che mi soddisfa.

Cosa è successo negli ultimi 250 giorni?

Andiamo con ordine.

250 giorni prima: Ero frustrato per un ruolo che non mi soddisfava e che avevo accettato solo per fronteggiare un momento di incertezza, pensavo spesso di licenziarmi e di mollare tutto per trasferirmi in Spagna.

223 giorni prima: L’azienda con cui lavoro mi offre di diventare cost e data analyst ed entrare a far parte dell’ufficio che decide i costi delle cose, facendo tutte le previsioni di bilancio, analizzando i costi dei materiali e i calcoli degli utili dell’azienda. Visto il mio background in ambito marketing (disciplina che adoro) sono euforico, ma la mia chiamata verso l’ignoto e l’imprevedibilità per fare un viaggio in giro per il mondo mi rendono assai indeciso.

Una volta mi sono perfino svegliato nel cuore della notte perché una parte di me era infelice e insoddisfatta, ho meditato lasciandogli spazio, ascoltandola e permettendogli di esprimersi, e dopo la meditazione, ho scritto sul diario: “Desidero svegliarmi ogni mattina senza sapere cosa mi accadrà.”

Vivevo un vero e proprio ammutinamento interiore tra le varie parti che mi caratterizzano.

La parte di me che – come dicevo – voleva svegliarsi ogni mattina senza sapere cosa sarebbe accaduto, ha completamente dirottato la mia vita.

105 giorni prima:  Ho passato più di tre mesi e mezzo in questo stato di confusione, facendo esattamente quello che racconto nell’articolo che ti ho invitato a leggere qualche riga più sù.

Ho comprato i biglietti per Las Palmas, l’isola dove la parte di me voleva trasferirsi, promettendogli che avrei riflettuto in modo razionale, facendo esperienza in modo diretto di quell’isola, e se avessi visto che la cosa mi piaceva avrei fatto in modo di trasferirmi lì, anche senza un piano troppo definito (per farla contenta).

Questo viaggio è stato la svolta.

Sono tornato una persona nuova e ho capito un sacco di cose!

Ogni volta che mi allontano da casa mi rendo conto di quanto mi manca l’Italia, di quante cose belle ci sono e delle fortune che ho.

Così sono tornato con molta più chiarezza e focus sulla mia vita, la parte di me “wild” e amante dell’ignoto si è calmata, abbiamo concordato cosa sia meglio in questo momento della nostra vita ed ora sono tornato a godere della quiete e della stabilità che stavo costruendo.

Tornato dal viaggio ho avuto modo di toccare sempre più con mano alcune mansioni che avrei svolto nel nuovo ruolo e oggi che il countdown è a zero sono felice, sereno e grato.

Ho finalmente una stabilità lavorativa che mi soddisfa.

Ho il mio blog, che è la dimora dei miei processi introspettivi, dove posso esprimere me stesso.

Dopo il periodo in casa da solo riesco finalmente a godere a pieno del tempo con la mia famiglia.

Sono in salute, mi alleno, leggo, penso e non sono mai stato così sereno prima d’ora.

Questa mattina ho ricalibrato la mia vision per i prossimi due anni e rianalizzato il mio intero piano di studi.

Mi attendono circa 39 libri e 5 corsi.

Non sono ancora pronto a parlarne, sono una persona che prima fa e poi racconta (ormai dovresti averlo capito), ma come sai sono anche uno che condivide durante il percorso quindi avrò modo di parlartene.. magari tra 250 giorni:)

Nel frattempo però chiudiamo questo episodio con uno dei miei principi zen preferiti!

Se continui ad Identificarti con ciò che sei ti perderai ciò che stai diventando

Nell’ultimo periodo insieme al libro di James Nestor, ho avuto il piacere di leggere l’ultimo romanzo di Gianluca Gotto: “Succede sempre qualcosa di meraviglioso”

Leggere le sue parole mi ha donato tanto interiormente.

Ti lascio uno dei pezzi che mi ha colpito di più:

«Se hai affondato le radici della tua identità in qualcosa che non esiste più, temi che, lasciandolo andare, perderai anche te stesso, smetterai di esistere. Ecco perché le persone tendono ad aggrapparsi così disperatamente al passato. Ad esempio, nella tua mente ora tu sei “Davide, quello a cui hanno spezzato il cuore”. E se togliamo questo appellativo, cosa ti resta? Solo Davide. E chi è Davide? Non è facile rispondere a questa domanda. Rischi di non sapere chi sei nel profondo e andare in crisi. Ci vuole coraggio a guardarsi dentro, e allora meglio identificarsi con il proprio passato e con la propria sofferenza, mentre si spreca il proprio presente… vero? In realtà perdi te stesso proprio quando concentri la tua attenzione su qualcosa che non tornerà mai più, invece di concentrarti su ciò che hai e sei ora. Fatta tua questa consapevolezza, smetti di soffrire

Attraverso i vecchi episodi di questa newsletter riesco a connettermi a parte di me che non esistono più.

Le ferite emotive che ho condiviso, le mie ansie, le mie preoccupazioni e il senso di performance che mi ha fatto vivere la vita come se fosse una gara mentre invece di un viaggio.

Tutte queste cose, nel momento in cui scrivo, hanno smesso di turbare la mia quiete. Sono riuscito ad allineare molte parti di me e abbandonare il senso d’identità ferito di cui parla Gianluca, con la quale mi sono identificato per molto tempo, e riuscire, finalmente, a vivere in pace.

Questo insegnamento chiude una ciclicità molto importante, tra tre giorni sarà il mio compleanno e compirò 23 anni lasciandomi alle spalle tutte queste cose che negli ultimi mesi ho condiviso insieme a te.

Sono contento che tu sia stato con me, è stato un anno pazzesco!

Al prossimo episodio.

Salvatore.