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Muto, vivo e creo


Benvenuto nell'ultimo episodio di questa newsletter.

Questa puntata conclusiva ci porta alla fine di questo viaggio e dunque, come ogni finale, ad un nuovo inizio.

Andiamo con ordine.

L'almanacco dei quesiti esistenziali

Quando ho creato questa newsletter l'ho fatto con il desiderio di raccontare il mio viaggio introspettivo e condividere strumenti pratici per aiutare le persone nel loro percorso di chiarezza e conoscenza di sé.

Negli ultimi due anni ti ho coinvolto in moltissimi dietro le quinte della mia vita, condividendo apertamente il mio percorso e raccontandoti come ho affrontato e superato limiti, paure e piccoli “traumi” vissuti in tenera età.

Questo diario di viaggio è stato uno strumento straordinario che ha creato unione, ha annientato la distanza creando umanità e ha mostrato senza alcun filtro come sia possibile, giorno dopo giorno, passo dopo passo, esplorarsi, capirsi e conoscersi con chiarezza e amore e accettazione.

Continuando a leggere capirai perché smetterò di scrivere questi episodi intanto ti dico questo:

Per questa ultima puntata ho preparato qualcosa di veramente forte.

Qualcosa che possa accompagnarti quotidianamente nel tuo percorso interiore e donarti, quando ti sentirai perso, la chiarezza di cui hai bisogno.

La costante del mio percorso, le fondamenta di questo blog e il nucleo di questa newsletter sono sempre state le domanda.

Porsi delle domande ci aiuta a viaggiare dentro noi stessi, le domande ci fanno esplorare mondi, ci donano consapevolezze e ci aiutano a capire chi siamo.

Considera anche che le domande hanno superpoteri, infatti sono input percettivi.

In altre parole le domande cambiano la percezione del mondo intorno a noidirigono la nostra attenzione verso determinati elementi invece di altri e sono le fondamenta del pensiero: Proprio perché per pensare in modo efficace occorre essere ottimi inquisitori di domande.

Salvatore Olivieri, le domande e gli input percettivi

Porsi delle domande ci aiuta a viaggiare dentro noi stessi, le domande ci fanno esplorare mondi, ci donano consapevolezze e ci aiutano a capire chi siamo.

Ho un punto interrogativo tatuato nel mio dito medio destro: Si tratta di un memento straordinario che mi aiuta a portare i quesiti nella mia quotidianità e mi dona chiarezza quando mi perdo nei labirinti che creo.

In accordo con l’importanza di questa tesi ho dato vita ad un vero e proprio almanacco dei quesiti esistenziali.

Si tratta di un raccoglitori di oltre 500 quesiti che contiene tutte le domande che mi pongo quotidianamente e che mi hanno aiutato nel mio percorso.

Ti consiglio di salvarlo nei preferiti perchè sarà una risorsa che aggiornerò nel tempo aggiungendo ulteriori domande che incontrerò durante il mio percorso.

Ora puoi attingervi e utilizzarli quando ti sentirai perso e senza una metà.

Ricorda:

Non hai bisogno della risposta giusta per iniziare. Puoi iniziare facendo una domanda. Semplicemente chiedendo: "Come posso essere un amico migliore?" o "Come posso essere una persona sana?" richiamerà risposte naturalmente. All'inizio basta ripetere la domanda.

Nell’ultimo anno ho fatto circa 40 sedute.

Per un anno intero sono andato da uno psicoterapeuta per acquisire ulteriori strumenti introspettivi e  superare ferite emotive di vario genere.

L’11 Agosto ho avuto la mia ultima seduta, mi sono preso qualche giorno per rivivere il mio intero percorso e ho scritto una guida completa per condividere tutto quello che ho imparato da questa curiosa, particolare e (a tratti) deleteria esperienza.

Se anche tu hai quesiti come:

  • Andare da uno psicologo serve davvero?
  • Come funzionano le sedute dallo psicologo?
  • Dovrei andarci anche io?
  • Cosa si impara?

Fai click e leggi la mia guida contenente tutto quello che ho imparato e che ti serve sapere sui percorsi di tipo psicoterapico.

Dietro le caotiche ciclicità del cambiamento

Nelle righe che seguono ti racconterò perchè smetterò di inviare questa newsletter e ti parlerò di una delle lezione più importanti che io abbia mai imparato sul processo di innovazione e come applicarlo per dare una svolta alla propria vita.

Se sei arrivato fin qui tieniti forte, perché quello che sto per consegnare nelle tue mani è davvero potente.

Partiamo dall’inizio.

Alla fine del 2021 ho fatto il punto della situazione creando una vision di questo anno e dei prossimi cinque a venire.

Uno dei miei obiettivi (ovviamente) era quello di dedicare tempo, spazio, cura e attenzione a questo blog.

Mi ero dato come obiettivo quello di scrivere almeno un articolo e una newsletter al mese.

Poi verso metà Febbraio mi sono fermato per farmi delle domande e interrogarmi su dove mi stesse portando tutto questo.

Lavorare, studiare, creare contenuti e condividerli: seguivo dei ritmi piuttosto intensi e stavo perdendo l’amore per il processo, così ho iniziato a capire che doveva cambiare qualcosa.

Dai un’occhiata a questo schema.

Salvatore Olivieri e le caotiche ciclicità del cambiamento

Io mi trovavo nella parte in discesa. Tutto quello che avevo fatto fino ad ora mi aveva condotto in quel punto.

Ogni volta che ci accorgiamo di trovarci in una curva discendente arriva il momento di destrutturare tutto quanto e dar vita ad una nuova fase dell’innovazione.

Così ho riguardato quegli obiettivi che mi ero dato pochi mesi prima e mi sono chiesto:

È davvero quello che voglio? Tanti contenuti a discapito della mia serenità e della mia quiete?

Sono sempre stato vittima della trappola della performance a cui ci abitua la società consumista.

Gli obiettivi che avevo stabilità facevano leva su questo tipo di influenza.

Dopo essermene accorto ho messo in pausa tutto e ho deciso che avrei scomposto tutto in first principles thinking e avrei lavorato sulle variabili singole, ottimizzandole per l’unica cosa che conta per davvero: godersi il viaggio.

A quel punto, dopo aver analizzato l’intera situazione ho fatto tre cose molto importanti.

Ho semplificato ogni aspetto della mia vita

Salvatore Olivieri e il giardino dell'eden della mente umana

Quella che vedi rappresenta quello che io definisco il giardino dell’eden della mente umana.

Si tratta della scomposizione e della

sistematizzazione del pensiero umano.

Parte tutto da qui.

Il cervello registra un input, viene processato e si ottiene un output.

Si raccoglie un feedback (positivo o negativo) in base alle emozioni che provi e il sistema ricomincia.

Comprendere il suo funzionamento può permetterti di capire come nasce e si crea un'idea, un pensiero, una percezione, un modello comportamentale: Ogni cosa che il tuo cervello capta.

In virtù di questa tesi ho mappato tutti gli input cui ero esposto.

Li ho destrutturati, organizzati e per ognuno ho riflettuto attentamente se fosse o meno qualcosa che realmente volevo facesse parte della mia vita.

Successivamente li ho semplificati ed eliminati uno a uno.

Giusto per citare alcune cose che ho fatto:

  • Ho cambiato completamente ambiente lavorativo.
  • Mi sono trasferito a Padova
  • Ho smesso di espormi ad ambienti sociali poco sani.
  • Ho eliminato tutti i social network (si finalmente anche instagram)

Questo stesso blog è stato completamente riprogettato e sviluppato seguendo questo concept.

Non ci sono cookie, non c’è alcuna tipologia di tracciamento, non ci sono form di iscrizione, non ci sono banner, popup.

E da adesso non ci sarà più la newsletter.

Ho capito che la mia felicità è direttamente proporzionale a quanto tempo passo lontano dal rumore.

Questo vuol dire che amo pensare, creare, osservare e pormi domande lontano dalla massa.

Ogni contenuto che creerò sarà un processo di pura introspezione creativa e libera di essere, lontano da format, scadenze e canoni di giusto e sbagliato.

Sarà un processo di ricerca dove esplorerò prospettive contro intuitive, argomenterò le mie tesi, mostrerò il mio punto di vista e condividerò strumenti pratici.

Ho eliminato tutto il superfluo e tenuto solo e soltanto l’essenziale, l’unica cosa che conta davvero: Aiutare il letto ad avere più chiarezza.

Questa penso sia davvero la cosa più preziosa che ho fatto.

Success has ingredients, garbage in = garbage out

Ho filtrato, controllato e amministrato ogni input cui ero esporto ed ora ho il pieno controllo della mia vita e dei risultati che ottengo in ogni ambito.

Ho trasformato ogni obiettivo futuro desiderato in obiettivi che si auto alimentano

Che senso ha porsi obiettivi che ci porteranno ad un risultato desiderato se nel perseguirli non si è entusiasti quotidianamente passo dopo passo?

La mia personale risposta è che non ha alcun senso ed ho voluto personalmente eliminare ogni tipo di influenza di questo tipo dalla mia vita.

Risultato: Ho maggiore serenità, lucidità e chiarezza e non ho bisogno di performare in alcun modo per essere contento, la semplice e pura esecuzione nel momento presente mi basta per essere felice.

Se non vuoi il processo chiediti perchè vuoi quel risultato.

Ho iniziato a ragionare per contrasto

Amo sperimentare, mi piace concepire me stesso come un esploratore che viaggia la vita in cerca delle parti di sé che desidera aggregare al suo modo di essere.

In questo meraviglioso percorso esperienziale si può incappare spesso nell’idea del fallimento.

“Ho fallito.. ho lasciato l’università e il lavoro perchè non era quello che volevo.”

Io ho sempre pensato in modo diverso, per questo motivo desidero suggerirti di iniziare a ragionare per contrasto.

Tutte le volte che troviamo qualcosa che non ci piace è una piccola vittoria che ci avvicina sempre di più a capire cosa, in realtà, vogliamo davvero.

Nel mio caso posso dire che le costanti della mia vita sono: La filosofia, l’arte, lo sport, i viaggi e le relazioni che costruisco in ognuno di questi contesti.

Le mie priorità sono: La salute, la crescita intellettuale e l’auto-consapevolezza.

Quello che davvero conta per me: Una casa piena di amore, un corpo sano e una mente calma.

Ogni mia decisione è coerente con le mie priorità ed in linea con quello che voglio davvero.

Tutto il resto è superfluo. È rumore alla quale rinuncio consapevolmente.

Posso dire di no senza alcuna FOMO (fear of missing out: timore di essere tagliato fuori).

Per capirlo però ho dovuto esplorare tantissime cose che non mi piacciono e fare tantissime esperienza che ho capito essere qualcosa che, nella mia vita, non voglio.

Iniziamo a contemplare la confusione e il dubbio come parte di un processo che, attraverso l’esperienza, ci condurrà a capire cosa vogliamo realmente.

Coerenza al cambiamento ed ignoto: Chi diventerò?

Crediamo che le persone siano nate così, dunque diciamo: “è il suo carattere”, “è la sua natura”, “è una cosa di famiglia”.

Crediamo di possedere un’identità e delle caratteristiche che ci definiscono come persone.

Abbiamo costruito un senso del sé: Un’identità che crediamo sia impossibilitata al cambiamento e dobbiamo amarla proprio così com’è.

“Le persone non cambiano” – “Sii te stesso” – “Non dimenticarti chi sei”.

Questo senso del sé si è radicato nella nostra idea di “io” e a poco a poco è diventato la nostra identità.

Il problema è che, in quanto esseri umani, è normale desiderare di più di quel che si è.

Sogniamo quindi di crescere e migliorarci e creiamo l’immagine di un’io desiderato ed è qui che il divario tra i due “io” (versione attuale – versione desiderata) ha inizio.

Ogni volta che tendiamo all’io desiderato si crea un divario tra la persona che percepiamo in questo momento e quella che potremmo diventare.

Il caos prende piede nelle nostre vite e ci paralizza.

Siamo ignari dell’intero processo evolutivo, nella nostra situazione attuale sogniamo una situazione desiderata che non riesce a concretizzarsi.

Ti sei mai fermato per un secondo smettendo di chiederti “chi sono?”, dov’è questa cosa che tu chiami “io”?

Te lo dico io:

L’io” non è altro che una semplice illusione appiccicata ad un’identità costruita sulla base di storie passate: tu non sei niente e puoi allo stesso tempo essere qualsiasi cosa.

Ogni persona vuole crescere e migliorare se stessa ma questo è impossibile se non si è disposti a lasciare andare una parte di sè.

In questo preciso momento esistono due “io”: l’io percepito (la persona e l’identità che senti tua in questo momento) e l’io potenziale (la persona che puoi potenzialmente diventare in qualsiasi momento)

Prima di capire questo concetto, ogni giorno agivo in accordo con il mio “io percepito” (l’identità che sentivo mia) e di conseguenza continuavo a diventare me stesso.

Ma poi la mia vita è cambiata.

Ho smesso di assoggettare le mie ambizioni ai limiti del mio “io percepito” e ho iniziato semplicemente ad alimentare un io potenziale decidendo cosa volevo essere.

Adesso il mio senso dell’identità è dinamico, fluido, in divenire.

Concepisco me stesso come l’insieme degli input esterni che interagiscono e danzano con i miei sensi.

Sono un insieme di condizioni e variabili che si verificano in modo sistematico poiché una storia mentale esegue uno script nel mio sistema operativo e alimenta un senso dell’identità.

Riesco con consapevolezza ad osservare come accade tutto questo, accedo alla sorgente del codice e cambio le sorti del mio destino.

Giocando le parti del burattino e del burattinaio influenzo le variabili, domino il gioco e governo le sorti del mio futuro.

Vado incontro ad una nuova versione di me che esige disagio, scomodità iniziale e distruzione di un’attuale versione di me.

Sono un animale creatore di significato in un mondo svuotato di senso.

Sono pronto a lasciarmi diventare lontano dal rumore, fuori dal senso di una morale da contesto, ben oltre le convenzioni di giusto e sbagliato.

Queste sono le ultime righe di questa newsletter.

Immaginami sereno in una qualsiasi parte del mondo, intento a pensare e pormi domande lontano dal rumore, con un libro in mano, un dispositivo per scrivere, rielaborare idee e sviluppare qualche progetto digitale.

Questa è la vita che voglio e desidero assaporarne ogni attimo nel qui ed ora.

Muto, vivo e creo.

Pura vida.

Salvatore.